(Bologna, 27 maggio 2020) Circolano ipotesi per recuperare le prestazioni non erogate durante l’emergenza COVID 19 attraverso il coinvolgimento del privato convenzionato e accreditato, anche non convenzionato. Questo anche in relazione alla riduzione dei posti letto della sanità pubblica nell’area metropolitana di Bologna che devono essere oggetto di confronto approfondito con la conferenza socio sanitaria territoriale, come già evidenziato da CGIL, CISL e UIL.
Riteniamo assolutamente negativa, in questo momento, qualsiasi ipotesi di ulteriore collaborazione con la sanità privata, visto il trattamento che queste aziende stanno riservando ai loro dipendenti. Sono aziende che non rinnovano il contratto collettivo nazionale di lavoro da 14 anni, sottraendosi ad un confronto già concluso con la scusa dell’emergenza e cercando di avvantaggiarsi indebitamente per acquisire un ulteriore spazio e peso nel nostro sistema sanitario.
E’ ora di dire BASTA! Le aziende della sanità privata rinnovino il Contratto Nazionale di Lavoro, senza se e senza ma, riconoscendo ai propri lavoratori il medesimo livello economico dei loro colleghi che lavorano nel pubblico.
La sanità privata deve dimostrare che oltre al profitto ha a cuore i propri dipendenti, deve dimostrare che vuole essere un soggetto che vuole collaborare e non scardinare il sistema pubblico. E questo lo si fa con i fatti.
Ribadiamo dunque il nostro appello: senza il rinnovo del Contratto Nazionale la Regione del Patto per il Lavoro, l’Emilia – Romagna, non può cedere parte della sanità pubblica, anche temporaneamente, a chi si sta dimostrando insensibile da 14 anni ai legittimi diritti delle lavoratrici e dei lavoratori.
Non si danno risposte ai cittadini peggiorando le condizioni del lavoro.
FP CGIL
Marco Blanzieri |
CISL FP
Davide Battini |
UIL FPL
Paolo Palmarini
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