(Modena, 8 marzo 2021) «Non sono stati violenti, ma erano grandi e grossi, e quando ho detto che non avrei pagato 600 euro per una piccola riparazione in casa mia hanno alzato la voce. Al telefono avevano parlato di 50 euro, ho avuto paura e ho pagato col bancomat. Non dormo da una settimana».
Anna ha 25 anni ed è una delle donne che si sono rivolte alle associazioni modenesi dei consumatori.
«C’è una violenza sulle donne di cui si parla troppo poco. Avviene a casa propria, per la strada, sul web. È quella delle truffe, dei raggiri, dei furti compiuti soprattutto a danno delle donne, soprattutto da uomini – affermano Adele Chiara Cangini (Adiconsum Emilia Centrale), Pamela Bussetti e Simona Baldaccini (Federconsumatori Modena), Marina Goles (Movimento Consumatori Modena) – Non è sempre così, ovviamente. Ci sono donne truffatrici e uomini truffati, ma la sproporzione di genere, anche in questo “settore”, è davvero forte.
Accade certamente perché le donne, specialmente quelle anziane, sono più spesso a casa rispetto agli uomini. Ma anche perché sono considerate dai malviventi più facilmente aggredibili per la strada o agli sportelli bancomat. Accade perché le donne non sono mai indifferenti rispetto ai bisogni e problemi che vengono espressi, anche da sconosciuti».
Allo sportello Sos Truffa e direttamente, le tre associazioni ascoltano le voci delle donne truffate, raggirate, derubate. Le orientano verso i soggetti preposti, invitandole a vincere la vergogna; oppure attivano per loro i percorsi possibili nei confronti di chi ha operato un raggiro o utilizzato tecniche di vendita estreme.
«Spesso i risultati arrivano, si ottengono risarcimenti e rimborsi; ma altrettanto spesso le ferite rimangono – sottolineano Cangini, Bussetti, Baldaccini e Goles –
La sottovalutazione su questi temi è purtroppo ancora forte. Salvo poi trovarsi una familiare che si ripiega su se stessa, che si chiude al mondo esterno dopo una aggressione o un furto.
È necessario mantenere alta l’attenzione anche su questa tipologia di violenza, continuare a fare cultura, diffondere informazioni e conoscenze, come tanti soggetti fanno, a partire dalle forze dell’ordine e dagli enti locali. Ed è necessario anche lavorare affinché le donne truffate e raggirate – concludono Adiconsum, Federconsumatori e Movimento Consumatori – non si sentano sole, derubricate a fenomeni marginali, implicitamente colpevoli di disattenzione e di ingenuità».
«Era così gentile, dell’età di mio nipote. Mi ha raccontato che aveva interrotto gli studi, che la fidanzata era incinta – racconta Maria, 82 anni – Gli ho fatto il caffè. Ho firmato il contratto che mi proponeva. Ero tranquilla perché non ho pagato nulla, ma poi hanno cominciato ad arrivare i solleciti di pagamento e la cifra si è gonfiata. Il depuratore dell’acqua che mi ha venduto mi hanno detto che vale poche centinaia di euro, ma alla fine lo pagherò almeno dieci volte di più. Non ci si può più fidare di nessuno».
«Avevano il cartellino, la tuta da lavoro, mi hanno parlato di un intervento urgente, e li ho fatti entrare in casa – ricorda Silvana, 68 anni – Uno mi ha chiesto un caffè, mentre l’altro girava per la casa, non so come ha fatto a trovare i soldi e i quattro gioielli che avevo. Erano di mia madre, c’era la fede di mio marito. Ne avranno ricavato forse cinquanta euro, ma io mi rimprovero ogni giorno per averli perduti».
«Ero al bancomat a fare un prelievo; un signore allo sportello a fianco mi ha chiesto aiuto. Lui parlava e parlava, e io ero come ipnotizzata dalle cose che mi diceva – testimonia Roberta, 65 anni – La banca era aperta, affollata, c’era persino una guardia. Fatto sta che sono spariti 2 mila euro dal mio conto. Ho chiesto aiuto alla banca, ho chiesto di vedere i filmati delle telecamere; mi hanno restituito i soldi, ma dopo un mese me li hanno tolti di nuovo dicendo che era colpa mia».
«Non pensavo che potesse succedere anche in un piccolo paese come il mio. Avevo la borsa nel cestino della bicicletta, una macchina mi ha affiancato, mi hanno rubato la borsa, sono caduta sull’asfalto e solo per miracolo non mi sono rotta nulla. Da allora non esco più di casa. Nella borsa avevo 20 euro; 20 euro che mi hanno cambiato la vita per sempre», questa è l’esperienza di Luisa, 78 anni.
«L’ho conosciuto in rete, avevamo gli stessi interessi, era l’uomo più divertente che ho mai conosciuto – la confessione di Sandra, 45 anni – Sono io che gli ho offerto dei soldi per l’intervento agli occhi della sorella. Poi ha perso il lavoro e gli ho prestato altri soldi. Un’amica mi ha messo in guardia, gli ho chiesto di vederci, ma ogni volta all’ultimo momento faceva saltare l’appuntamento. Alla fine è scomparso del tutto. Non voglio andare alla polizia, mi vergogno tantissimo».