(Bologna, 9 giugno 2021) In provincia di Bologna, nel 2035, gli over 65, che oggi sono meno di un quarto della popolazione complessiva, saranno un terzo per diventare oltre un terzo nel 2050. Sempre nel 2050, una persona di 65 anni su quattro vivrà sola e così anche quasi i due terzi degli anziani che avranno superato gli 85 anni. Inoltre, più di un milione di persone con più di 65 anni soffrirà di almeno una malattia cronica, di cui un quarto avrà più di 85 anni.
Anziani che diventano sempre di più e tali per lungo tempo, la fascia 80-89 pari al 6,84% della popolazione nel 2020, diventerà 7,73% della popolazione nel 2035 e addirittura pari al 10,05% della popolazione nel 2050. Mediamente sempre più soli (un solo anziano componente per famiglia) specie le donne con ridotte relazioni e socialità ma soprattutto con crescita di cure e assistenza personalizzate.
E’ questo il quadro che si ricava dalla ricerca “La situazione demografica dell’Emilia-Romagna e le proiezioni al 2050”, realizzata dall’associazione Neodemos per conto della Fnp, sindacato dei pensionati Cisl, Emilia Romagna.
In questo contesto di necessità di tutele, di aumento di bisogni e di cure si inserisce il nuovo servizio della Cisl, denominato “Sportello caregiver”, attivo da giovedì 10 giugno. Aperto a tutti, il martedì dalle 9.00 alle 12.30 ed il giovedì dalle 14.30 alle 17.30, presso la sede di via Milazzo 16, a Bologna, email sportellocaregiver@cisl.it, tel. 3429327005 (anche WhatsApp).
Uno sportello, realizzato in collaborazione con la sigla dei pensionati Cisl, Fnp, e la Fondazione Generazioni per la longevità attiva e la solidarietà intergenerazionale, rivolto a tutti coloro che prestano, volontariamente e con continuità, lavoro di cura in favore dei propri familiari , conviventi e non, o di altri, che necessitano di bisogni assistenziali in quanto affetti da forme di fragilità, di non-autosufficienza o disabilità. Ascolto, accoglienza e accompagnamento, in sinergia con il sistema servizi del sindacato, nello svolgimento delle pratiche burocratiche (tra le altre: domanda invalidità civile, L.104, ISEE, attivazione Spid, assunzione di un assistente familiare, domanda di nomina per amministratore di sostegno). A ciò si aggiunge un supporto psicologico, per attenuare il senso di affaticamento psico-fisico derivante dal carico assistenziale e per rendere il lavoro di cura il più agevole possibile. Un ufficio per trovare in unico luogo le risposte ai differenti quesiti e bisogni e per informare sui progetti e sui servizi rivolti ai caregiver.
“Siamo di fronte a grandi cambiamenti demografici – dichiara Enrico Bassani, segretario generale Cisl Area metropolitana bolognese- che se da un lato ci pongono davanti alla necessità di progettare politiche sindacali volte alla coesione sociale dall’altro ci esortano ad essere sempre più al fianco dei lavoratori con un occhio di riguardo alle lavoratrici su cui spesso ricade anche il lavoro di cura. Ecco perché abbiamo deciso di investire risorse per questo nuovo sportello che si propone di operare in rete anche con i servizi istituzionali del territorio e che auspichiamo divenga un punto di riferimento informativo per i caregiver cittadini”.
“Ci siamo resi conto – commenta Gina Risi, segretaria generale Fnp Area metropolitana bolognese – attraverso i nostri sportelli sul territorio che esistono sempre più anziani si occupano di un familiare ancora più anziano o di figli e nipoti che si occupano di anziani senza sapere spesso a chi occorre rivolgersi e che facevano riferimento ai nostri incaricati per avere le informazioni più disparate. Fermo restando la necessaria messa a punto delle cure territoriali passando attraverso un servizio sociale territoriale potenziato per facilitare l’accesso ai servizi ed una presa in carico sempre più personalizzata abbiamo deciso di fare la nostra parte come attore sociale per essere un punto di riferimento per i nostri anziani e per coloro che si occupano di loro”.
“Il lavoro di cura – dichiara Sergio Palmieri , presidente Fondazione Generazioni per la longevità attiva e la solidarietà intergenerazionale – prestato su base volontaria oltre a non essere in alcun modo riconosciuto, non trova validi strumenti di supporto neppure dal sistema del welfare pubblico, salvo rarissime eccezioni. Ecco perché ci siamo posti l’obiettivo di affiancare il caregiver familiare, facendolo sentire meno solo nel compito, emotivamente gravoso ma di fondamentale importanza, di cura a sostegno di chi ha perduto le facoltà di autonomia personale o anche solo di chi necessita di quotidiano e costante supporto”.