(Modena, 2 dicembre 2019) Un risparmio medio di 100 euro al mese per 212 famiglie dell’Area Nord che hanno bimbi nei nidi comunali.
È il risultato dell’accordo tra l’Unione Comuni Area Nord con Cgil Modena, Cisl Emilia Centrale, Spi Cgil e Fp Cgil, con il quale sono state rese operative le modalità per il sostegno economico alle famiglie del territorio, finalizzate all’abbattimento delle rette di frequenza ai servizi educativi per la prima infanzia.
«Si tratta di un risultato importante che – sottolineano i sindacati – è stato possibile raggiungere attraverso la contrattazione sociale territoriale, la quale è uno strumento fondamentale per la promozione dei diritti essenziali delle persone».
Ricordiamo che le risorse messe a disposizione dalla Regione Emilia-Romagna ammontano complessivamente a 18,25 milioni di euro per l’anno scolastico 2019/2020.
All’Unione Comuni Area Nord sono stati destinati 228.266,54 euro, ai quali vanno aggiunti 27.465,49 euro per il Comune di Cavezzo e 19.377,88 euro per il Comune di San Possidonio.
Con il Comune di Finale Emilia, al quale sono arrivati 51.726,13 euro, non è stata invece avviata ancora alcuna discussione, nonostante le organizzazioni sindacali abbiano richiesto un incontro a fine settembre.
L’accordo siglato la settimana scorsa stabilisce di modulare il contributo regionale in base alla tariffa mensile attribuita a ciascun utente, con riferimento al modulo orario scelto (tempo pieno o parziale) e in base all’Isee presentata, purché non superiore a 26 mila euro. In concreto, nei nidi a gestione interamente pubblica, il provvedimento porta alla riduzione del 50% delle rette, agendo in favore di 212 utenti sui 400 presenti nei Comuni di Camposanto, Concordia, Mirandola, San Felice, San Prospero e Cavezzo.
«Sottolineiamo che questo intervento si somma ai provvedimenti in vigore ormai già da tre anni, sempre nell’ambito di abbattimento delle rette e che vanno a toccare la totalità dei bambini – dicono Cgil e Cisl – Il confronto ha consentito inoltre di aprire la strada verso l’armonizzazione dei regolamenti e delle rette applicate in tutto (o quasi) il territorio dell’Area Nord, ma soprattutto di approfondire un tema che contribuisce a favorire l’occupazione, in particolare quella femminile, proprio per la valenza pedagogica ed educativa che porta con sé, anche nell’ottica di una maggiore integrazione sociale delle famiglie migranti».
Per il futuro le parti hanno condiviso l’impegno di sviluppare ulteriormente questa realtà, a partire dalla necessità di stabilizzare l’occupazione del personale educativo, in modo da salvaguardare il carattere di risposta universale, migliorando così la qualità dei servizi rivolti ai cittadini del distretto.
(Fonte: Ufficio stampa Cisl Emilia Centrale)