(Modena, 6 agosto 2019) È stato approvato a larga maggioranza dai lavoratori il primo contratto aziendale nella storia della Lameplast spa, azienda del biomedicale che si trova a Rovereto sulla Secchia, dà lavoro a oltre 170 persone, produce contenitori monodose per medicinali e altri imballaggi in plastica per i big dell’industria cosmetica-farmaceutica e un mese fa è stata ceduta all’americana Tekni-Plex.
Dopo una trattativa lunga e difficile le rsu Vincenzo Galiero, Massimo Giovanardi e Rossana Canovi, supportate dai sindacalisti Massimo Occhi (Femca Cisl Emilia Centrale) e Lisa Vincenzi (Filctem Cgil Modena), hanno raggiunto un accordo con l’azienda che prevede l’introduzione di un orario di lavoro sperimentale a ciclo continuo che coinvolgerà gran parte dei reparti produttivi. Esso si basa su turni settimanali con una media di 33,6 ore (pagate 40) con una parte delle festività non lavorate. L’azienda ha provveduto ad adeguare il personale con venti nuove assunzioni ed entro fine anno se ne prevedono altre cinque.
«Inoltre abbiamo migliorato alcune maggiorazioni del contratto nazionale – aggiungono Occhi e Vincenzi – E’ stato introdotto un premio di risultato teorico per tutti i lavoratori: calcolato sul miglioramento delle performance di redditività, produttività e qualità, sarà di 400 euro nel 2019, 460 euro nel 2020 e 520 euro nel 2021. Abbiamo, poi, concordato un indicatore di assiduità individuale che potrà aggiungere ulteriori benefici economici. È prevista la possibilità di valutare, se concordata tra le parti, la trasformazione del premio in welfare integrativo».
Altre novità del contratto Lameplast riguardano il riconoscimento di buoni pasto giornalieri (4 euro per i ciclocontinuisti e 3,5 euro per tutti gli altri), la condivisione del piano formativo con la rsu, la quota a carico dell’azienda (12 euro al mese) e del lavoratore (4 euro/mese) che aderisce al fondo sanitario di categoria.
«Con questo contratto si è fissato il punto di partenza per lo sviluppo di un modello di relazioni sindacali finalizzato – concludono Massimo Occhi (Femca Cisl) e Lisa Vincenzi (Filctem Cgil) – a riconoscere i bisogni dei lavoratori coniugati alle esigenze dell’azienda».