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Buoni postali: grazie ad Adiconsum risparmiatore recupera 23 mila euro

(Modena, 29 maggio 2020) Grazie ad Adiconsum Emilia Centrale (associazione consumatori della Cisl) un cittadino ha incassato 23 mila euro per errata liquidazione degli interessi su un buono postale della serie Q/P.

Il risparmiatore, possessore di due buoni fruttiferi del 1988, ha fatto ricorso contro Poste Italiane, che non voleva riconoscergli pienamente i rendimenti indicati sul retro dei titoli.
La questione giuridica, sottoposta all’esame dell’Arbitro Bancario e Finanziario con l’assistenza di Adiconsum, riguardava le condizioni di rimborso dei buoni, essendo stato utilizzato dall’intermediario collocatore un modulo cartaceo della vecchia serie P quando risultavano in collocamento i buoni della serie Q. A seguito dell’emanazione del decreto ministeriale del 13 giugno 1986, infatti, i tassi di tutte le serie precedenti sono stati convertiti ai tassi della serie Q a decorrere dal 1 gennaio 1987.

«I buoni fruttiferi oggetto del ricorso risultano essere stati emessi in epoca successiva all’emanazione del decreto ministeriale e, dunque, in un momento in cui la serie P non era in corso – spiega Patrizia Barletta, l’operatrice Adiconsum Emilia Centrale che si occupa delle controversie finanziarie – Sui buoni è stato, quindi, apposto un timbro recante l’indicazione della serie Q e dei nuovi rendimenti sul retro, ma unicamente prendendo in considerazione il periodo che va dal primo al 20 esimo anno di possesso, senza nulla prevedere invece per il periodo che va dal 21 esimo al 30 esimo anno».

Ecco quindi che l’Arbitro Bancario e Finanziario, interpellato su quali fossero i tassi da applicare dal 21 esimo anno in poi, ha rilevato un legittimo affidamento del cliente sulla validità dei tassi d’interesse riportati sui buoni – più alti perché riferiti a una serie precedente – e, dunque, ha dichiarato che Poste Italiane è tenuta al pagamento in favore del ricorrente degli importi calcolati sulla base delle condizioni riportate sul retro del titolo, oltre che delle spese della procedura.

«Se si è in possesso di questa particolare serie di buoni postali, il nostro consiglio – sottolinea Barletta – è di non fermarsi di fronte al rifiuto sistematico di Poste Italiane di rimborsare secondo i tassi riportati sul titolo, nemmeno se i buoni sono già stati riscossi. Gli uffici postali sono tenuti a rilasciare, su richiesta, le copie dei buoni incassati e la contestazione rimane possibile.
Se la differenza tra quanto liquidato dall’ufficio postale e quello a cui si ha diritto può essere, come in questo caso, significativa, allora il gioco vale senz’altro la candela», conclude l’operatrice dell’Adiconsum Cisl Emilia Centrale, ricordando che alcuni mesi fa un cittadino modenese ha incassato 4 mila euro in più per errata liquidazione degli interessi su un buono postale del 1987.

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Ufficio Stampa