(Modena, 16 giugno 2020) Avviare un monitoraggio delle case famiglia per anziani presenti nel territorio modenese, con l’obiettivo di evitare abusi, garantire un servizio migliore e maggiori controlli sulla loro gestione.
Lo chiede il sindacato pensionati Fnp Cisl Emilia Centrale dopo il blitz compiuto ieri mattina dai carabinieri del Nas, che hanno scoperto una struttura per anziani completamente abusiva a Castelfranco Emilia.
«Per fortuna in questa struttura non sembra avvenissero maltrattamenti ai danni degli ospiti, ma resta grave il fatto che operasse da tempo», afferma Sergio Davoli, segretario organizzativo Fnp Cisl Emilia Centrale.
Già un anno fa i sindacati dei pensionati di Cgil Cisl Uil avevano chiesto alla Conferenza territoriale socio-sanitaria, all’Ausl di Modena e alle Unioni dei Comuni (che gestiscono i servizi sociali in forma associata) di collaborare per fornire un quadro completo delle strutture presenti sul territorio. Nel Modenese le case famiglia censite dalla Regione sono 31, ma secondo le stime sindacali sarebbero molte di più e il caso di Castelfranco sembra confermarlo.
«Negli ultimi anni queste strutture sono proliferate anche per effetto della carenza di posti nelle case residenza per anziani, – continua Davoli – assumendo una dimensione economica rilevante, travalicando la normativa di riferimento, sicuramente inadeguata e incongrua rispetto al ruolo che le case famiglia hanno assunto nell’ambito dei bisogni assistenziali della popolazione anziana».
Per questo i sindacati chiedono di adottare un regolamento provinciale per la disciplina delle case famiglia per anziani e disabili adulti, sulla falsariga di quello approvato nel 2018 dal Comune di Modena che contiene precise indicazioni su carta dei servizi, requisiti strutturali, organizzativi e degli ospiti, vigilanza e sanzioni.
«Queste strutture, infatti, offrono un servizio delicato e di grande importanza sociale, tenuto conto del progressivo invecchiamento della popolazione», conclude il segretario organizzativo dei pensionati Cisl Emilia Centrale.
Ricordiamo che le case famiglia per anziani, definite dal decreto 398 del 2001, sono comunità di tipo familiare, gestite da privati, con funzioni di accoglienza a bassa intensità assistenziale che accolgono un massimo di sei persone autosufficienti o con lieve grado di non autosufficienza, senza alcun obbligo gestionale. Queste iniziative, inoltre, non sono soggette all’obbligo di autorizzazione, ma è prevista solo una comunicazione di avvio attività al Comune entro i 60 giorni dall’avvio.