(Modena, 21 settembre 2017) «Sono aumenti sconsiderati e fuori dalla logica di calmierare il mercato degli affitti». È netto il giudizio dei sindacati degli inquilini Sunia Cgil di Modena, Sicet Cisl Emilia Centrale e Uniat Uil di Modena e Reggio sui nuovi criteri di calcolo dei canoni delle case popolari (Erp) previsti dal nuovo regolamento provinciale.
«Dopo gli ultimi incontri avvenuti in giugno e luglio e in base alle simulazioni che ci sono pervenute da Acer, riaffermiamo le preoccupazioni in merito al nuovo regolamento, che continua a evidenziare iniquità e a produrre un innalzamento irragionevole dei canoni a livello provinciale di circa il 20% a partire dal 1° ottobre 2017 – dichiarano Antonietta Mencarelli (segretaria Sunia Cgil Modena), Eugenia Cella (segretaria Sicet Cisl Emilia Centrale) e Luigi Tollari (Uniat Uil Modena e Reggio) – Più precisamente, come da tabelle fornite da Acer, su 5.341 alloggi Erp il monte canone mensile provinciale medio attuale è pari a 742.399 euro. Con l’introduzione delle novità proposte dal tavolo provinciale, il monte canone mensile medio simulato diventerebbe pari a 878.861 euro. Questo vuol dire che annualmente ci sarebbe un maggior introito di entrate dei canoni Erp, pari a 1.637.544 euro. Ricordiamo che dal 1° gennaio 2017 i canoni hanno già subito una maggiorazione del 5,5% in base all’applicazione della nuova Isee».
I sindacati degli inquilini chiedono perché nella nostra provincia si continui a proporre di maggiorare ulteriormente i canoni delle case popolari, nonostante gli importi minimi e i medi siano i più alti della regione, con un evidente rischio di difformità ingiustificata. «Non ci risulta che le famiglie della provincia di Modena siano più “ricche” di quelle delle altre città dell’Emilia-Romagna», ironizzano Sunia Sicet e Uniat, aggiungendo che un altro problema, tutto modenese, su cui riflettere riguarda il raddoppio del canone sociale che interessa le famiglie economicamente più fragili.
«Chiediamo che anche questo aumento non venga applicato. Riteniamo, anzi, – sottolineano Mencarelli, Cella e Tollari – che tutti questi aumenti proposti al tavolo non siano coerenti con una generalizzata diminuzione dei canoni fissata dalla contrattazione territoriale e con i ribassi del mercato della locazione privata». A questo proposito i sindacati citano alcuni esempi. Il rinnovo dei Patti Territoriali nel 2016, riguardanti gli affitti concordati nei contratti privati, ha prodotto una diminuzione degli affitti anche del 20%; il Comune di Modena ha sperimentato lo strumento della rinegoziazione dei canoni per sollecitare i proprietari a diminuire i canoni fino a 150 euro al mese, in cambio di un contributo comunale pari a 5.400 euro; anche l’Agenzia Casa dei Comuni applica sconti dal 15 al 20% sul canone concordato.
Tutto ciò porta i sindacati a sostenere che occorre applicare ulteriori correttivi al regolamento canoni proposto dal tavolo provinciale, per mantenere in equilibrio l’intero sistema Erp, in armonia anche con il contesto regionale. Sunia Sicet Uniat ribadiscono che il nuovo calcolo dei canoni Erp non deve generare alcun aumento del monte canoni e che le iniquità riscontrate devono essere sanate.
«È necessario riconvocare il tavolo provinciale di concertazione delle politiche abitative. Constatiamo che le nostre richieste non sono state inutili e accogliamo con soddisfazione – concludono Antonietta Mencarelli (segretario Sunia Cgil Modena), Eugenia Cella (segretaria Sicet Cisl Emilia Centrale) e Luigi Tollari (Uniat Uil Modena e Reggio) – la riapertura del tavolo per il 28 settembre prossimo».