(Modena, 2 marzo 2021) A distanza di quattro mesi dall’avvio della nuova concessione, sono ancora in attesa di risposte gli addetti dei servizi funerari e pulizie del cimitero di Carpi.
Ricordiamo che il 9 novembre scorso è partita la nuova gestione in concessione quinquennale, affidata alla cooperativa sociale Barbara B di Torino.
Assunti dalla cooperativa Cfp di Modena (concessionaria uscente), i lavoratori non sono passati alla nuova concessionaria.
«Si tratta di otto persone che, seppur impiegate nell’appalto dei servizi cimiteriali del Comune di Carpi da molti anni, inspiegabilmente non sono stati inseriti nella clausola sociale del bando di concessione dei servizi – spiegano le sindacaliste Pascale Milone (Fisascat Cisl Emilia Centrale) e Vincenza Corcione (Filcams Cgil Modena) – Assistiamo a un assurdo rimpallo di responsabilità tra il Comune di Carpi, colpevole di essersi “dimenticato” di inserirli nella clausola sociale, e l’azienda subentrante nella concessione, la quale rifiuta di prendersi in carico i lavoratori che pure avevano diritto al passaggio, così come previsto dal contratto nazionale di riferimento».
La cooperativa sociale Barbara B ha effettuato per alcuni mesi il servizio con personale preso in “prestito” da altri territori. Solo dopo le ripetute segnalazioni di inadempienze avanzate dalle organizzazioni sindacali ha proceduto con assunzioni ex novo.
«Viene da chiedersi perché, a fronte di un preciso fabbisogno di personale, la cooperativa non abbia ritenuto di assumere chi legittimamente rivendica il diritto al passaggio – aggiungono Milone e Corcione – I lavoratori sono tutt’oggi alle dipendenze della cooperativa modenese Cfp la quale, pur essendo leader provinciale nel settore pulizie, non li ha reinseriti in altri servizi e non ha nemmeno attivato le procedure per tutelarne il reddito.
Finora le nostre richieste non hanno avuto nessun riscontro. Da quattro mesi chiediamo un tavolo di confronto volto a sanare questo pasticcio e garantire un sostegno economico a padri e madri di famiglie, spesso monoreddito. Ancora una volta dobbiamo sottolineare che a pagare le conseguenze di un sistema di appalti “difettoso” sono i lavoratori, – concludono Pascale Milone (Fisascat Cisl Emilia Centrale) e Vincenza Corcione (Filcams Cgil Modena) – senza che nessuno degli attori coinvolti in questa vicenda se ne assuma la responsabilità».