(Reggio Emilia, 11 marzo 2020) “Siamo impegnati per offrire sostegno ed informazioni a tutti i lavoratori su come comportarsi in questo tempo di Coronavirus, per conciliare l’attività produttiva, che continua, con la doverosa sicurezza della stessa, così come previsto da norme e contratti . Per questo, come sempre e ancora di più ora, mettiamo in campo l’esperienza contrattuale dei nostri rappresentanti sindacali e della sicurezza per verifiche sulla organizzazione del lavoro, orari, smartworking e tutto quello che può essere utile per rafforzare garanzie e sicurezze all’interno delle aziende e, alle stesse, chiediamo di fare la loro rapportandosi con i nostri rappresentanti in un dialogo continuo, di entrambe le parti”, William Ballotta, segretario generale Cisl Emilia Centrale, introduce così una nota diramata per chiarire come può evolvere il lavoro nelle imprese reggiane, alla luce dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 in corso. In particolare, alla luce delle limitazioni degli spostamenti previste dagli ultimi decreti.
LAVORO TRADIZIONALE
A meno di possibili blocchi previsti dal Governo per le imprese tradizionali, come l’industria, che per loro natura richiedono la presenza del lavoratore in loco, se da un lato non si riuscisse a proteggere lavoratori da rischi, i sindacati in materia unitaria hanno richiesto, in queste ore, la riduzione attività o in alternativa la sospensione. Gli stessi ricordano “che è compito del datore di lavoro assicurare tutte le misure organizzative volte a garantire la salute e la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori. Siccome questo non sempre sta accadendo consideriamo imprescindibile adeguare le attività produttive al nuovo contesto derivato dai recenti Dpcm, anche valutando la riduzione delle attività lavorative, accedendo agli ammortizzatori sociali, qualora non vi sia la possibilità di adottare soluzioni in grado di assicurare la protezione da ogni eventuale rischio”. “In queste ore – spiega Rosamaria Papaleo, segretaria – stiamo insistendo perché queste misure vengano messe in atto ovunque, nel più breve tempo possibile”.
La Cisl ricorda che per i lavoratori dipendenti (ad esclusione dei lavoratori domestici e a domicilio) con figli fino a 12 anni accedere al congedo parentale. Il periodo massimo complessivo è di 10 mesi (con una indennità del 30%).
Pertanto si raccomanda ai datori di lavoro pubblici e privati di promuovere, durante il periodo di efficacia dell’ultimo decreto, la fruizione da parte dei lavoratori dipendenti dei periodi di congedo ordinario e di ferie.
LAVORO AGILE
Sono comunque diverse le imprese in grado di attivare il lavoro agile: più di altre queste possono dare il proprio contributo all’evitare spostamenti e contatti. “E’ il mondo dei servizi – spiega la segretaria Cisl – , dalle società di consulenza alle banche, dalle assicurazioni alle libere professioni, ma anche quello della pubblica amministrazione che per altro aveva recentemente conosciuto la maggior crescita percentuale in questo settore”.
La sostanziale novità nel lavoro agile (distinguendo al suo interno tra telelavoro, da casa, dallo smartworking vero e proprio che non ha limiti di orari e luoghi), è che dal 2 marzo 2020 e per la durata di 6 mesi i datori di lavoro potranno attivare sull’intero territorio nazionale lo smart working anche in assenza degli accordi individuali in precedenza previsti, assolvendo, inoltre, in via telematica, agli obblighi di informativa sulla salute e sicurezza. “In sostanza – spiega la segretaria – con la procedura semplificata, imprese e professionisti potranno disporre lo svolgimento del lavoro agile anche senza sottoscrivere un accordo scritto con il dipendente”.
Resta fermo per datore di lavoro e lavoratore l’obbligo di rispettare la disciplina dello smart working di cui alla legge 81/2017 con riguardo per esempio all’orario di lavoro, all’esercizio del potere organizzativo e di controllo del datore di lavoro, al diritto alla disconnessione,… per le quali, anche in assenza di accordo scritto, è consigliabile una apposita comunicazione al lavoratore.
In aggiunta a questo la Cisl ha chiesto al Governo di prevedere altresì misure aggiuntive rispetto a quelle descritte o un allargamento delle stesse. “L’esecutivo ha accolto l’invito – conclude Papaleo – e siamo in attesa di un nuovo Dpcm che contenga un vero e proprio pacchetto famiglia. Infine una nota: questa emergenza, suo malgrado, probabilmente ridisegnerà il mondo del lavoro per molti. Impegniamoci tutti per un cambio epocale e per il quale la Cisl è da tempo impegnata attraverso la contrattazione di primo e secondo livello”.