Dal Territorio Sociale e Sanità

Donna, ultrasessantenne, preferibilmente sola: è la vittima reggiana della truffa del catalogo. Le denunce ad Adiconsum

(Reggio Emila, 24 giugno 2019) Il numero maggiori di casi denunciati, una quindicina, l’Adiconsum Cisl Emilia Centrale lo ha riscontrato su Reggio. Ma è solo la punta dell’iceberg, non essendo tutti i casi denunciati o segnalati ad altri sportelli. La modalità è sempre la stessa: suonano alla porta di casa, insistono per entrare, mostrano un catalogo di prodotti per la casa e si fanno firmare una “specie” di ricevuta. Invece è un contratto di acquisto, spesso del valore di alcune migliaia di euro (fino a 10 mila).

La famigerata “truffa del catalogo” non passa mai di moda. Negli ultimi giorni una quindicina di cittadini ha segnalato ad Adiconsum Emilia Centrale (l’associazione consumatori della Cisl) di esserne rimasta vittima.

«L’arrivo dell’estata ci costringe a tenere alta la guardia sia sul mondo del lavoro, ma anche dei consumatori purtroppo vittime di questa pratica ingannevole messa in atto da diverse aziende che cambiano continuamente ragione sociale» afferma William Ballotta, segretario generale Cisl Emilia Centrale che interviene sul caso.

«I commerciali incaricati operano “porta a porta” – racconta Patrizia Barletta, operatrice Adiconsum Emilia Centrale–, prendendo preferibilmente di mira persone ultrassessantenni, preferibilmente di sesso femminile, sole in casa. Si fanno vivi in orari “scomodi” dove uno cerca di liberarsi in fretta. Ma una volta entrati nell’abitazione, con pressioni più o meno insistenti, chiedono quella che pare essere un’innocua firma per ricevuta di un catalogo di offerte di mobili, materassi e arredi. Solo in seguito il malcapitato si accorge di aver sottoscritto un vero e proprio contratto, con impegno ad acquistare merce per migliaia di euro per più anni, spesso persino con un oneroso finanziamento accessorio».
L’associazione consumatori della Cisl spiega che la via d’uscita dipende soprattutto dall’atteggiamento del venditore, una volta ottenuta la firma. Se la copia del contratto viene immediatamente consegnata all’ignaro acquirente, è sufficiente esercitare il diritto di recesso entro 14 giorni, come di prassi per i contratti conclusi fuori dai locali commerciali. Se, invece, il raggiro viene scoperto solo dopo la scadenza di questo termine, le cose si fanno più complicate, specie se si cede al versamento di una quota a titolo di caparra sotto la promessa di “uscire dal circuito” con un unico acquisto. Ecco perché è opportuno seguire alcuni consigli, utili per difendersi anche in via preventiva.
«Innanzitutto occorre prestare sempre la massima attenzione a cosa si firma, specie quando si tratta, come in questo caso, di documenti su carta copiativa – spiega Barletta -. Se si è firmato, il consiglio è non consegnare alcuna somma di denaro, soprattutto contanti, nemmeno sotto la minaccia di azioni legali da parte dell’azienda venditrice. Siamo di fronte, infatti, a una pratica commerciale scorretta e il vincolo contrattuale è comunque nullo perché affetto da vizio del consenso.
Se si è ricevuta merce a casa, siano campioni pubblicitari o propriamente mobili d’arredo, – continua l’operatrice Adiconsum – è consigliabile lasciarla imballata, immacolata e pronta a essere restituita, anche perché spesso si tratta di vere e proprie “patacche”, o comunque di merce di valore di molto inferiore al prezzo di vendita richiesto.
Bisogna ricordarsi che un eventuale finanziamento sottoscritto assieme al contratto di vendita si qualifica come “accessorio” a quello principale: se quest’ultimo decade, ad esempio perché si è esercitato il diritto di recesso, anche il primo resta privo di effetti».
Chi rimane vittima di questi raggiri può rivolgersi ad Adiconsum Emilia Centrale (per Reggio Emilia telefonare allo 0522 357485) non solo per ricevere assistenza e far decadere ogni vincolo contrattuale, ma anche per segnalare questi casi – e dunque queste aziende – all’Agcm (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato).

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Ufficio Stampa