(Reggio Emilia, 21 febbraio 2020) E’ un’analisi critica quella svolge la Cisl Emilia Centrale – in attesa dell’imminente pubblicazione dei dati dell’Osservatorio dell’economia reggiano – sui dati del “Rapporto 2019 sull’economia regionale di Unioncamere e della Regione Emilia-Romagna”. In parallelo il confronto con la situazione reggiana.
“Da quanto emerge – afferma William Ballotta, segretario generale Cisl Emilia Centrale – è evidente che è in atto una ripresa dopo un decennio di crisi. Eppure, sono presenti molteplici indicatori che indicano un rallentamento. La nostra preoccupazione è per le fasce più deboli della società, dai lavoratori disoccupati ai giovani, dagli anziani alle famiglie”. Secondo il segretario cislino: “E’ positivo il fatto che il Pil regionale dell’anno appena concluso, e quindi quello delle nostre province, sarà di fatto il migliore a livello nazionale, ma la sua crescita è di un terzo rispetto al 2017 ed è purtroppo in linea con i dati di 13 anni fa. E’ come se per un decennio non si fosse sviluppata capacità di crescita. Un problema di evidente portata nazionale. Situazione peggiore a Reggio Emilia dove Pil (dati Cciaa di Reggio) del 2019 è cresciuto dello 0,1% (un quinto del valore regionale) e, nel 2020, potrebbe salire allo 0,7%. Per questo la Cisl sottolinea l’importanza politica che il Comune di Reggio avvii il ‘Patto collettivo per piano strategico verso il 2030’ – che richiediamo da tempo – tra tutte le forze sociali del territorio”.
Nell’analisi del sindacato di via Turri si rileva la bassa crescita dei consumi, stimata a + 0,7%, nel 2019, e al + 1,1%, nell’anno in corso. Positivo il numero sulle esportazioni che, però, si contrarranno dal +5% del 2019 al +1,8% del 2020, confermando il rallentamento. Nel complesso, comunque, al termine del 2019 in valore reale le esportazioni regionali supereranno del 29,2 per cento il livello massimo precedente la crisi, toccato nel 2007, anno prima della crisi.
“Nel mondo del lavoro prestiamo ovviamente come mondo sindacale prestiamo attenzione all’industria – dettaglia Rosamaria Papaleo, segretaria Cisl – che potrebbe avere una crescita di valore aggiunto reale del + 1,7% nel 2020, rispetto al +3% del 2019. Quindi a Reggio Emilia continuerà a soffrire il manifatturiero essendo previsto, in base alle previsioni camerali reggiane un -1,5%. Al contrario il valore aggiunto delle costruzioni che nel 2019 dovrebbe registrare +3,9 per cento e nel 2020 assestarsi su un +2,9 (+5,5% a Reggio): numeri comunque non particolarmente positivi se si considera che sono inferiori del 33,8% rispetto ai massimi del 2007. Pressoché stabili servizi e agricoltura. Continuerà la crisi del commercio, in contrazione nei trimestri scorsi e, purtroppo, dell’artigianato in flessione per produzione e numero di imprese. Non ultimo, considerato il grande interscambio con i paesi asiatici, c’è da temere che le previsioni economiche regionali e reggiane debbano essere riviste al ribasso alla luce dell’emergenza mondiale legata al Coronavirus”.
“In termini complessivi – aggiunge la segretaria – rileviamo il calo della crescita delle forze lavoro dal +1,3% del 2019 al +0,2% del 2020 tenendo presente, però che continuerà a ridursi il tasso di disoccupazione. In regione era pari al 2,8% nel 2007, salito all’8,4% nel 2013, stimato al 5,2%, nel 2019, e previsto al 5%, nel 2020. Ma Reggio Emilia resterà sempre ai minimi su base nazionale: per il 2020 potrebbe essere addirittura intorno al 3,7%: un dato in linea con gli oltre 11.300 contratti che verranno attivati dalle imprese della provincia di Reggio Emilia nel trimestre gennaio-marzo 2020”.