(Modena, 2 settembre 2019) Preoccupazione dei sindacati edili modenesi per il futuro degli 85 lavoratori modenesi della Piacentini Costruzioni spa, che ha la sede legale a Montale di Castelnuovo Rangone.
Oggi – lunedì 2 settembre – si è tenuto un incontro tra l’azienda e Filca Cisl Emilia Centrale-Fillea Cgil Modena-Feneal Uil Modena per un esame congiunto della situazione venutasi a creare dopo che il tribunale di Modena aveva in prima istanza autorizzato il piano aziendale contenuto nella richiesta di concordato in continuità. I sindacati specificano che l’azienda era in attesa del voto dei creditori per riprendere pienamente l’attività con i benefici sospensivi previsti dal concordato in continuità.
«Tuttavia nell’incontro di oggi – riferiscono Filca-Fillea-Feneal – la Piacentini Costruzioni ci ha comunicato che, nonostante il precedente via libera del tribunale alla possibilità di sottoporre il piano aziendale all’assemblea dei creditori, nelle scorse settimane sono emersi da parte del commissario alcuni ulteriori elementi che potrebbero portare a una modifica della precedente decisione del tribunale. Questa novità ci preoccupa, perché è in ballo non solo il futuro di una realtà all’avanguardia in termini costruttivi, specializzata nell’uso di palancole per la realizzazione di grandi opere infrastrutturali di alta ingegneria, in particolare nell’ambito idraulico, ma anche tutto l’indotto legato alla sua attività.
Il rischio, quindi, – continuano i sindacati – è di perdere, oltre agli 85 posti di lavoro diretti attualmente disponibili sul territorio modenese, ovvero un intero capitale umano, professionale e industriale, anche un numero ben più ampio derivante dagli addetti dell’indotto.
Per questo il nostro auspicio è che vengano chiarite al più presto le nuove difficoltà emerse recentemente e che l’azienda possa presentare ai creditori la proposta di un piano industriale che – concludono Filca Cisl Emilia Centrale-Fillea Cgil Modena-Feneale Uil Modena – consenta il rilancio dell’attività della Piacentini Costruzioni e la salvaguardia dell’occupazione».