“Oss ed infermieri, ricercatissimi fino a qualche settimana fa, definiti eroi in piena emergenza e assunti in somministrazione, in tanti casi hanno già il contratto prossimo alla scadenza” denuncia Cecilia Caselli responsabile Felsa Cisl, sigla che rappresenta e tutela i lavoratori somministrati ed atipici.
“Alcune regioni, come l’Emilia-Romagna, hanno giustamente previsto delle premialità per i sanitari che hanno gestito l’emergenza e la stesse abbiamo chiesto siano applicate ai lavoratori somministrati nel pieno rispetto della parità di trattamento. Su questo punto abbiamo avuto una prima apertura della Regione nei giorni scorsi ma ci aspettiamo presto di definire la questione.”
“Per la tutela di questi lavoratori in emergenza si sono attivate anche sigle sindacali nazionali della somministrazione, queste infatti, durante l’emergenza, hanno cercato di sopperire le lacune: sono state così previste una serie di prestazioni per chi avesse contratto il virus (il periodo di riferimento è il 1 gennaio/ 30 giugno), dalla tutela sanitaria a una serie di diarie per i lavoratori somministrati della sanità e ai loro familiari conviventi che avessero contratto il virus e avessero dovuto in conseguenza essere ospedalizzati o posti in isolamento domiciliare. Altre forme di risarcimento sono poi state previste per i casi più gravi. E’ giusto che i lavoratori lo sappiano”
“Altrettanto grave – conclude Caselli – come denunciamo da anni è che la prassi di assumere in somministrazione nelle pubbliche amministrazioni nei casi di emergenza (già consolidata visto che la stessa cosa è successa con oltre 500 lavoratori in varie pubbliche amministrazioni della regione Emilia Romagna nel post sisma e dal 2012 la maggior parte di loro è ancora lì) non dà diritto a entrare nella quota riservata ai precari prevista dalla legge Madia nei concorsi pubblici, fatto per il quale a livello regionale è stato aperto un tavolo sul quale stiamo ancora attendendo risposte”.