(Piacenza, 26 luglio 2017) E’ come se una delle più grandi aziende piacentine avesse deciso in questi mesi di lasciare a casa i suoi dipendenti. “Solo per la provincia di Piacenza, sintetizza Giorgio Camoni, Segretario First Cisl Parma Piacenza, si tratta almeno un centinaio di lavoratori del settore. Le banche più colpite ? Sono Unicredit, Carisbo, Credit Agricole, Cariparma, Monte Paschi di Siena”.
Uno stillicidio, che, se non avviene in un’unica soluzione, non rende la situazione meno pesante, anche dal punto di vista previdenziale e sociale. Nei giorni scorsi la First ha diffuso a livello nazionale una ricerca che prende in considerazione tutti gli aspetti di questa crisi in un settore, che fino a poco tempo fa, era ritenuto immune da ogni ciclicità. In Italia si calcola in 17.500 i nuovi esuberi decisi solo in questa prima parte del 2017 nel settore bancario. “Non si può continuare così – ha dichiarato il Segretario generale First Giulio Romani – e soprattutto è ora di smetterla di pensare che il taglio del personale sia diretta conseguenza delle problematicità del credito o della digitalizzazione. Il vero problema è che le banche intervengono sui processi organizzativi senza investire su prodotti e servizi, che invece sono la leva necessaria per agire sul versante dei ricavi e per rilanciare la fiducia della clientela e anche l’occupazione del settore”. Come dire: se questa è la “cura”, presto il “malato” starà ancora peggio.
L’ufficio studi di First Cisl stima che il costo netto per il sistema bancario derivante da queste operazioni sia superiore ai 2 miliardi di euro, cui si aggiungono gli 1,2 miliardi messi a disposizione dal Governo per il salvataggio delle banche venete.
Secondo la Cisl un sistema del credito più trasparente, che rimetta al centro la sicurezza dei risparmiatori ma anche la qualità dei servizi, è un sistema che riesce anche a valorizzare le risorse umane. È fondamentale recuperare un rapporto sano e trasparente tra le banche ed i risparmiatori dopo anni di finanza selvaggia e di omissioni nei controlli da parte degli istituti di vigilanza, errori che si sono scaricati oltre che sui clienti anche sui lavoratori bancari. Una relazione banca-cliente realmente trasparente ed incentrata sulla consulenza autentica e sulla qualità del servizio ha bisogno di donne e uomini competenti, non solo di computer.