(Reggio Emilia, 16 novembre 2020) “Applicare fino in fondo le ‘linee guida’ per la lotta al contagio nelle Case residenza per anziani condivise durante la prima fase della pandemia, tra le organizzazione sindacali e la Conferenza socio sanitaria della Provincia di Reggio”. Questo è quanto chiedono Cgil Reggio Emilia, Cisl Emilia Centrale e Uil Modena e Reggio a fronte della nuova ondata di contagi sul territorio che, ancora una volta, sta colpendo anche le strutture per anziani e persone fragili, anche quelle che nella scorsa primavera erano rimaste immuni.
“L’esperienza già vissuta e le buone prassi attuate – proseguono i sindacati – devono servirci come insegnamento: tutte le azioni su cui avevamo convenuto, le risorse e gli strumenti necessari, devono continuare ad essere attuate, perché si erano rivelate fondamentali per arginare gli effetti distruttivi del virus in queste strutture oggettivamente fragili”.
“E’ responsabilità dei soggetti gestori – proseguono – continuare ad investire nella sicurezza di questi luoghi, con il supporto dell’Azienda sanitaria e degli enti locali: questa collaborazione e sinergia è il vero valore aggiunto di quelle ‘linee guida’ sopra citate. A marzo c’erano problemi addirittura a reperire adeguati dispositivi di protezione, oggi questo problema è superato, sono accresciute conoscenze e competenze, ma dobbiamo insistere e rafforzare la vigilanza testando regolarmente gli ospiti e gli operatori, anche tramite i nuovi tamponi rapidi che a breve saranno forniti dalla Regione Emilia-Romagna”.
Per le organizzazioni sindacali: “la qualità del lavoro del personale, la formazione di tutte le figure professionali, essenziale per adeguare le competenze alle mutate necessità assistenziali, la collaborazione con le famiglie, il ruolo attivo di coordinamento e vigilanza degli enti locali sono tutti fattori importanti per affrontare questa ulteriore fase. Rispetto al tema della adeguatezza degli organici, che resta centrale, auspichiamo che il contingente di infermieri neolaureati (62 per Reggio Emilia) richiesti all’Università di Modena e Reggio dalle rispettive Ausl per potenziare la capacità di risposta sanitaria, permetta di dare maggior supporto, in caso di necessità, alle strutture per anziani, dove si registra la diffusa e persistente carenza di questa professionalità”.
“L’emergenza sanitaria ha messo in luce l’importanza del territorio come luogo privilegiato per rispondere ai bisogni socio sanitari delle persone ed evitare sovraccarichi eccessivi degli ospedali. In questa direzione, ad esempio, le Usca (Unità territoriali multiprofessionali dell’ Ausl che hanno supportato anche le strutture per anziani) sono state una sperimentazione che ha funzionato. Auspichiamo, insieme al dipartimento di cure primarie, siano ulteriormente rafforzate così come crediamo vada potenziato il ruolo dei medici di famiglia. E’ poi necessario e urgente, fin da ora, realizzare uno sforzo di elaborazione e di progettazione sul tema della non autosufficienza, cominciando dal ripensamento e rafforzamento delle cure domiciliari, interrogandoci su ruolo e funzioni delle strutture residenziali, su quale approccio complessivo e comunitario vogliamo avere nella cura delle persone, a partire da un ruolo forte ed irrinunciabile del servizio pubblico, che non può essere di sola programmazione”.
Concludono Cgil, Cisl e Uil: “sulle prospettive dei servizi socio sanitari, specie per le persone fragili, è già stata condivisa con la Conferenza socio sanitaria territoriale la necessità di un confronto specifico. Inoltre intendiamo aprire un dialogo nel merito anche coi singoli distretti socio sanitari e Unioni e della provincia, per analizzare e approfondire insieme le diverse situazioni territoriali, avanzare proposte e costruire percorsi utili per una necessaria riorganizzazione ed implementazione dei servizi, nella convinzione che un futuro migliore per i nostri Servizi si può costruire solo con un dialogo collettivo tra tutti i soggetti interessati”.