(Modena, 3 settembre 2019) Italpizza, la nota azienda modenese produttrice di pizze surgelate, ha disdettato con un preavviso di novanta giorni il contratto di appalto delle attività logistiche affidato alla cooperativa Cofamo. Lo rendono noto i sindacati Filcams Cgil Modena, Fisascat Cisl Emilia Centrale e Uiltrasporti Uil Modena, aggiungendo che i circa 250 lavoratori attualmente occupati nell’appalto non rischiano il posto.
«Si tratta dell’ennesimo cambio appalto in Italpizza, dopo quello avvenuto il 1° gennaio 2018 dalla cooperativa Logica.Mente alla Cofamo – affermano i sindacati confederali -I cambi di appalto sono ormai una costante nelle aziende del distretto agroalimentare che utilizzano questa modalità di organizzazione della produzione. Sono anche un sintomo di fibrillazioni legate a vari fattori di tensione tra le parti contraenti (appaltante e appaltatore), ad esempio la rottura del rapporto di fiducia o il conflitto sul costo dell’appalto.
A rimetterci è spesso la parte più debole, cioè i lavoratori, in termini di incertezza sul futuro e difficoltà ad aver riconosciute parte delle proprie spettanze, dalla quota sociale al tfr.
L’attuale legislazione – continuano Filcams-Fisascat-Uiltrasporti – permette l’appalto di ogni tipo di attività, mentre i contratti nazionali di lavoro pongono alcuni limiti, spesso disattesi dalle aziende. Al di là della normativa generale, che andrebbe cambiata, è l’esecuzione stessa dell’appalto delle attività di lavorazione che presenta modalità irregolari, più volte denunciate alle autorità competenti. Abbiamo chiesto immediatamente un incontro di sito per valutare l’impatto sui lavoratori – dichiarano Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti Uil – Il nostro obiettivo rimane prima di tutto la piena occupazione, come sancito nell’accordo quadro di sito del 17 luglio 2019, ma anche la garanzia delle spettanze arretrate per tutti i lavoratori coinvolti.
La normalizzazione di queste situazioni si potrà comunque ottenere solo attraverso la corretta applicazione contrattuale e il consolidamento di relazioni sindacali improntate sul confronto nel sito produttivo».