(Ferrara, 26 marzo 2021) Non più tardi di qualche anno fa nello stabilimento di Ferrara si celebrava in pompa magna la ricorrenza della nascita della plastica come esempio di “modernità” ed ora? Dopo l’amaro annuncio dell’amministratore delegato di ENI De Scalzi, avvenuto poco più di un paio di settimana fa, nel quale comunicava l’intenzione di chiudere definitivamente l’importantissimo (per Ferrara) impianto di Cracking di Porto Marghera (VE) ad aprile del prossimo anno, ci troviamo nella situazione di dover agire tempestivamente per contrastarne gli effetti.
Le conseguenze che si verrebbero a determinare sulle aziende e/o sulle attività presenti nel sito per effetto delle le mutate condizioni di approvvigionamento delle materie prime senza peraltro garantirne la qualità e la continuità, associate agli annosi problemi di infrastrutture del nostro territorio, porterebbero sicuramente degli aggravi di costi a chi intendesse fare (o continuare a fare) impresa nel petrolchimico di Ferrara.
Allo stato attuale le aziende insediate occupano tra personale diretto ed indotto più di duemila lavoratori ed un’eventuale dismissione, anche parziale, di uno o più di questi impianti di produzione, come probabile conseguenza della chiusura del Cracking di Porto Marghera ad aprile 2022, significherebbe indebolire ulteriormente il già di per sé fragile tessuto industriale ferrarese, confermandone fatalmente la posizione di fanalino di coda nell’economia regionale.
Lunedì 29 marzo si terrà una prima assemblea unitaria, via web nel rispetto delle norme COVID, con i lavoratori coinvolti direttamente e con i quali ci confronteremo sulle eventuali iniziative da intraprendere a sostegno della tutela della produzione del sito e della salvaguardia dell’occupazione, diretta e da indotto.
Motivo di forte preoccupazione è l’atteggiamento delle dirigenze aziendali locali ENI-Versalis e Lyondell-Basell, a cui abbiamo chiesto un incontro per avere un immediato chiarimento in merito alle dichiarazioni dell’Amministratore Delegato di ENI De Scalzi, ma che non ha trovato riscontro nel merito.
Riteniamo fondamentale ribadire in tutti i tavoli e in tutte le occasioni possibili, che la chiusura del Cracking non porta alcun beneficio a nessun territorio ed a nessuna azienda, ancor più con queste modalità e tempistiche; soprattutto perché non vi è un’alternativa certa e credibile che garantisca gli attuali posti di lavoro, situazione aggravata in quanto le alternative tecniche di approvvigionamento (di cui si parla sui media in questi giorni) non sono altro che interessanti ipotesi, non foss’altro perché nei fatti si scontrano con problemi non solo temporali, ma anche logistici, burocratici e di fattibilità.
Il nostro obiettivo è riuscire a far desistere ENI da questa decisione, per poter ancora concretamente sperare in un futuro del petrolchimico di Ferrara. Dovremo impegnarci TUTTI, ognuno con la responsabilità del ruolo a sostenere e indirizzare efficacemente le imprese del petrolchimico di Ferrara verso una vera transizione energetica, che consapevolmente guardi al futuro rendendo innovativa, efficiente e sostenibile la chimica e il suo sviluppo, che contemperi il tutto non solo con la tutela ma anche e soprattutto con la valorizzazione degli attuali posti di lavoro.
Noi crediamo che solo con caparbietà, coerenza ed impegno, cogliendo tutte le occasioni possibili ed un continuo confronto fra tutte le parti in gioco, quali aziende, istituzioni e con il ruolo di collante del sindacato, riusciremo a concretizzare la trasformazione necessaria, uscendo da questa pericolosa situazione.
Luigi Baiano Segretario Generale Femca Cisl Ferrara
Delegati RSU Femca Ferrara Eni Versalis e Lyondell Basell