(Modena, 1° settembre 2021) Un 90 enne modenese ha dovuto pagare 1.200 euro per l’intervento di due tecnici alla serratura di casa. Ha dell’incredibile la vicenda raccontata da Adiconsum Emilia Centrale e Federconsumatori Modena.
La vittima si chiama Sergio, ha quasi 90 anni e abita a Modena. Nonostante l’età è discretamente tecnologico; ai primi di luglio cerca su Internet un fabbro che possa risolvere un problema alla serratura dell’ingresso di casa. Digita “Fabbro Modena” su Google e chiama uno dei primi nomi che appaiono, considerando la cosa un elemento che accerta la serietà dell’azienda.
«Non sa che il motivo per cui quell’azienda è in testa alle ricerche è perché paga a Google uno spazio pubblicitario; inoltre non ha sede nel Modenese – spiegano Adiconsum e Federconsumatori – Sergio, poi, non verifica che su un sito specializzato su quell’azienda ci sono oltre ottanta recensioni, il 90% delle quali più che negative».
La gran parte sono decisamente esplicite: “…truffatori…”; “…ladri, state attenti.”; “…prezzo e lavoro vergognosi…”; “…ho pagato 300 euro per un po’ di Svitol e 20 minuti di intervento…”; “
Mia madre di 91 anni ha pagato per la riparazione della tapparella 414 euro, quando ho protestato mi hanno chiesto altri 150 euro…”; “…650 euro per sostituire il kit dentro la vaschetta del wc…”; “…soffro di una grave infermità visiva, invece dei 100 euro convenuti mi hanno fatto pagare col bancomat 900 euro…”.
Tutti avevano rintracciato l’azienda via Internet ed erano convinti di chiamare un’impresa del proprio Comune, come indicato nelle molte pagine di un’azienda che dichiara – falsamente – di essere presente in centinaia di Comuni del Nord Italia.
Sergio chiama, quindi, il cellulare indicato sul sito, specificando di non avere fretta; l’interlocutore al telefono non esplicita nessun costo per la chiamata, né tanto meno la necessità dell’intervento di più di un tecnico.
«Lo stesso giorno si presentano all’ora di pranzo due soggetti che, dopo un rapido esame, comunicano la necessità di sostituire la serratura – continuano le due associazioni dei consumatori – L’intervento dura complessivamente circa un’ora. Al termine i due tecnici comunicano a Sergio un conto di 1.195 euro; una cifra incredibile, considerato che i materiali montati costano tra 100 e 200 euro. Alle proteste di Sergio, che chiede dettaglio del conto, i due affermano che se ne vanno di casa solo dopo il pagamento. Parlando contemporaneamente con toni molto accesi e circolando liberamente per la casa, nei fatti impediscono a Sergio di chiedere aiuto; al punto che l’uomo, esausto e impaurito, paga i 1.195 euro».
E la fattura? Secondo i due tecnici sarebbe dovuta arrivare nell’arco di tre giorni, ma a quasi due mesi di distanza di fatture nemmeno l’ombra. Nei giorni successivi la figlia di Sergio cerca un contatto con l’azienda, ricevendo in cambio minacce di denuncia per diffamazione, tramite l’attivazione di cinque legali.
«Legali che diventano ben dodici, in uno degli altri casi che stiamo seguendo, sempre riguardanti la stessa azienda – aggiungono Adiconsum e Federconsumatori – L’azienda, nonostante le denunce e testimonianze eloquenti, continua a operare, come comprovato dalle nuove segnalazioni che appaiono ogni giorno nel sito sopra citato e dalle chiamate ai nostri sportelli.
Com’è possibile che non succeda nulla? Com’è possibile che, ad esempio, non ci sia un’azione decisa per far cessare questi abusi, che colpiscono soprattutto anziani e donne?
Perché non si sente la voce delle associazioni di settore e dei tanti tecnici onesti? Davvero c’è qualcuno che crede sia legittima e accettabile questa situazione? Che possano non essere emesse le fatture, che vengano quintuplicati o decuplicati i costi degli interventi, che vengano minacciate le persone che cercano chiarimenti e di opporsi agli abusi?
Certo, possono sembrare vicende piccole, ma anche questi fatti ci parlano di legalità e dei rischi che si corrono quando si abbassa la guardia. Sergio ha ormai 90 anni, ha denunciato in tutte le sedi un abuso ai propri danni. Lo ha fatto anche per evitare che altri, dopo di lui, finiscano sequestrati in casa propria da malfattori travestiti da tecnici. Siamo certi che qualcuno vorrà dargli ascolto», concludono Adiconsum Emilia Centrale e Federconsumatori Modena.