Il Tribunale di Forlì condanna per due volte la cooperativa sociale Ancora al reintegro e al pagamento dello stipendio, ma la società disattende l’ordinanza del Tribunale e sanziona addirittura la lavoratrice con un provvedimento disciplinare.
(Forlì, 6 luglio 2020) “Non corrisponde assolutamente al vero che la signora Simona Sarma è retribuita senza lavorare” afferma Carlo Piazzese del sindacato Fisascat CISL di Forlì, che ha assistito la lavoratrice insieme all’avvocato Fabrizio Flamini nella causa di lavoro contro la cooperativa Ancora.
Riteniamo che il titolo dell’articolo pubblicato sul Resto del Carlino, ed. Forlì- pag. 11 del 01/07/2020 “Meldola, oss della Drudi retribuita senza lavorare” sia del tutto fuorviante e non rispondente alla realtà dei fatti, come in effetti svoltisi.
Infatti nei giorni scorsi era circolata questa informazione in merito alla vicenda della dipendente della cooperativa che opera nell’Istituzione Drudi di Meldola. Vero è che la lavoratrice ha subito una sospensione senza retribuzione, che è stata ritenuta illegittima ed annullata da parte del Tribunale di Forlì, e tuttavia ad oggi non è stata reintegrata al lavoro e non ha ancora ricevuto la retribuzione che le spetta, malgrado quello che ha ordinato il Tribunale di Forlì con addirittura due pronunce.”
“Oltretutto – prosegue il sindacalista – il periodo di ferie a cui si faceva riferimento nell’articolo di giornale sopra menzionato le era stato attribuito forzatamente, pur non avendole neeppure maturate, come se venisse pagata con i suoi soldi.”
LE CONSEGUENZE
La signora ha subito addirittura lo sfratto a causa delle difficoltà economiche per il mancato pagamento dei suoi stipendi da parte della società Ancora. Quello che la lavoratrice chiede è solo di poter tornare al proprio lavoro presso l’Istituzione Drudi di Meldola, come decretato dal giudice.
La vicenda ha assunto dei risvolti davvero incresciosi. Infatti dopo la prima pronuncia emessa in via d’urgenza dal Tribunale di Forlì, la dipendente si è presentata al lavoro pensando di ricominciare l’attività, ma l’impresa non le ha permesso di prendere servizio. A quel punto la lavoratrice ha chiamato i Carabinieri che sono intervenuti e, malgrado abbiano visionato il provvedimento giudiziale, non hanno potuto che rilevare l’episodio senza poter fare nulla.
“L’incredibile è accaduto dopo – stigmatizza Carlo Piazzese della CISL – la cooperativa ha sanzionato la signora Sarma con quattro giorni di provvedimento disciplinare e relativa decurtazione della paga.”
La dipendente e il sindacato Fisascat CISL hanno impugnato il provvedimento presso l’ITL di Forlì e attendono il pronunciamento.
Il sindacato ha ritenuto doveroso ristabilire la verità, sia dei fatti che giudiziale, perché la cooperativa, invece di rispettare le due pronunce del Tribunale di Forlì, ha addirittura prospettato tramite le pagine del quotidiano il trasferimento anche fuori regione, addirittura in Friuli o nel Lazio, a centinaia di chilometri da Forlì dove abita.
L’ORIGINE DEI FATTI
L’origine dei fatti risale al febbraio del 2019 quando la sig.ra Sarma Simona, dipendente della Cooperativa Sociale Ancora Servizi che gestisce i servizi presso l’Istituzione Drudi di Meldola, rimaneva suo malgrado vittima di un infortunio sul lavoro.
Nel luglio dello stesso anno, prima di riprendere servizio a seguito dell’assenza per infortunio, la lavoratrice era sottoposta a visita medica da parte del medico competente dell’azienda, il quale consentiva la ripresa del lavoro, ma con alcune limitazioni per un anno, in quanto l’incidente aveva lasciato dei postumi.
A seguito di tale referto del medico competente, in cui si certificava comunque l’idoneità al lavoro di OSS (Operatore Socio Sanitario), la sig.ra Sarma richiedeva formalmente per tramite del sindacato Fisascat CISL Romagna di Forlì di essere riammessa in servizio, ma la Cooperativa Ancora Servizi comunicava la sospensione dal lavoro a tempo indeterminato senza alcuna retribuzione.
La lavoratrice era costretta quindi a ricorrere al Tribunale in via d’urgenza tramite il sindacato insieme all’avvocato Fabrizio Flamini, ricevendo pronunce a suo favore sia in sede ex art. 700 c.p.c. che nel successivo giudizio di impugnazione (reclamo).
“Il Tribunale ha annullato il provvedimento di sospensione dal lavoro e dalla retribuzione disposto dalla cooperativa, condannando la stessa alla riammissione in ruolo della sig.ra Sarma in base alle indicazioni del medico competente e al pagamento di tutte le spese legali – spiega Piazzese – ma a oggi, dopo più di venti giorni dalla seconda pronuncia, la lavoratrice non è ancora stata reintegrata e non ha ricevuto le proprie spettanze*.”
L’APPELLO
“Ci stupiscono le dichiarazioni rilasciate dalla Cooperativa nei giorni scorsi ai giornali perché purtroppo ancora oggi le due sentenze del Tribunale rimangono disattese, lasciando la nostra iscritta a casa senza lavorare– puntualizza il sindacalista della CISL – Fino a pochi giorni fa gli Operatori Socio Sanitari, i medici e gli infermieri erano degli eroi nazionali in prima linea contro il Covid, ora evidentemente non lo sono già più.”
“Ci aspettiamo dal mondo della cooperazione sociale maggior attenzione verso i propri dipendenti soprattutto in situazioni di infortunio sul lavoro – conclude Carlo Piazzese –e chiediamo alla cooperativa di dare seguito alle sentenze dei giudici.”
*Posto che le retribuzioni omesse durante il periodo di sospensione non le sono state corrisposte, mentre quelle per il periodo successivo alle pronunce giudiziali non sono state completamente corrisposte: in sostanza, la Cooperativa non le consente di lavorare né provvede, al contempo, a pagarla completamente come se l’avesse effettivamente reintegrata in servizio.