(Modena, 22 luglio 2021) Nuovo sciopero di otto ore domani – venerdì 23 luglio – dei dipendenti della Manifattura Riese di Carpi (marchio Navigare). È stato proclamato dai sindacati Filctem Cgil Modena, Filcams Cgil Modena e Femca Cisl Emilia Centrale dopo che la proprietà ha disertato il tavolo al Ministero dello Sviluppo economico (Mise) per trovare soluzioni alla vertenza, scaturita dalla decisione di mettere in liquidazione l’azienda e licenziare tutti i lavoratori.
Lo sciopero prevede un corteo per le vie di Rio Saliceto (Reggio Emilia) con concentramento alle 9.30 in via Lodovico 6, sede storica della Manifattura Riese. Da lì partirà un corteo per via XXV Aprile fino alla piazza del mercato rionale, dove saranno distribuiti volantini per informare la cittadinanza di quanto sta avvenendo. La scelta del luogo del presidio è dovuta al fatto che l’azienda è nata a Rio Saliceto e tuttora una parte della proprietà è legata a questa cittadina.
Si allarga, intanto, la solidarietà alle maestranze Navigare, già espressa nei precedenti presidi dai delegati di altre aziende. Domani la Goldoni, azienda metalmeccanica sita tra Carpi e Rio Saliceto nota alle cronache per le lotte che hanno portato alla salvezza di centinaia di posti di lavoro, effettuerà due ore di sciopero a sostegno della vertenza dei lavoratori della Manifattura Riese.
Al tavolo del Mise, tenutosi da remoto il 19 luglio, erano presenti sindacalisti, rappresentanti di Confindustria, i sindaci di Carpi e Rio Saliceto, l’assessorato al lavoro della Regione Emilia-Romagna.
«Mancavano solo l’azienda e i suoi rappresentanti. Un’assenza irrispettosa nei confronti delle istituzioni, dei lavoratori e delle loro famiglie – commentano Filctem Cgil Modena, Filcams Cgil Modena e Femca Cisl Emilia Centrale – Abbiamo chiesto al Mise e alla Confindustria regionale di condannare pubblicamente l’atteggiamento della Manifattura Riese, che ha aperto la procedura di licenziamento collettivo per cessazione di attività mettendo in liquidazione l’azienda solo per fini speculativi, lucrando sulla vendita del marchio e l’abbattimento dei costi, nonostante i bilanci dell’azienda siano in equilibrio. All’incontro abbiamo concordato con il Mise che la richiesta di ritiro della procedura di licenziamento collettivo venga verbalizzata.
Ricordiamo che sia a livello regionale che nazionale sussistono accordi per l’utilizzo di tutte le misure alternative ai licenziamenti. A ciò si aggiunge la proroga fino al 31 ottobre del blocco dei licenziamenti per i lavoratori della moda e il tavolo permanente di crisi del settore».
Le organizzazioni sindacali chiedono alla proprietà di garantire la continuità produttiva salvaguardando tutti i posti di lavoro, anche virtù del ruolo sociale dell’impresa previsto dall’art. 41 della Costituzione italiana.