(Rimini, 16 febbraio 2019) “Nella provincia di Rimini gli operai agricoli sono 2.621, che corrispondono al 6,6% dei lavoratori agricoli romagnoli e al 2,6% di quelli regionali: la più bassa percentuale dell’Emilia-Romagna,, a testimonianza della residualità che il settore ha nell’economia del territorio riminese”.
Esordisce così Francesco Marinelli, segretario generale FAI Cisl Romagna il sindacato che si occupa dei lavoratori del comparto agricolo e alimentare, presentando il primo dossier su “Il lavoro agricolo in provincia”. Un dossier elaborato dall’ufficio studi della CISL Romagna in collaborazione con la CISL regionale su dati INPS.
“In questo settore economico l’occupazione è quasi esclusivamente a tempo determinato, – illustra il segretario – infatti a Rimini ben il 92,6% degli occupati ha un contratto con scadenza, però, grazie al diritto di riassunzione previsto dalla contrattazione provinciale, c’è la sostanziale certezza di ripetere la cosiddetta stagione l’anno successivo”.
La precarietà del lavoro è una caratteristica dell’agricoltura e questo dipende dallo svolgersi dei cicli della natura. Un’esigenza produttiva, quindi, che provoca però delle ricadute retributive sui lavoratori, ma i sindacati cercano di arginarle con la contrattazione, nazionale e aziendale, e fornendo servizi come, proprio in questi giorni, la presentazione della domanda di disoccupazione agricola.
“La contrattazione integrativa e la disoccupazione agricola – precisa Marinelli – sono due strumenti fondamentali di sostegno per i lavoratori di questo settore, che riescono così ad integrare la retribuzione precaria, nell’attesa del successivo contratto”.
“Se non ci fossero queste previsioni di contratto e di legge – continua il sindacalista – sarebbe difficile pensare al mantenimento di una famiglia. Infatti, il 79,4% dei lavoratori agricoli ha più di 30 anni ed è immaginabile che la maggior parte di loro abbia un nucleo familiare a cui provvedere”.
“Sui 2.621 operai agricoli in provincia – osserva il responsabile della FAI Cisl –il 42,8% è extra comunitario. Un dato che contraddice il classico luogo comune per cui in agricoltura sono impiegate soprattutto persone provenienti da Paesi non appartenenti alla Comunità Europea. Infatti, in questi anni di crisi, c’è stato un ritorno al lavoro agricolo anche di tanti italiani che avevano perso il lavoro in altri settori economici”.
L’agricoltura è generalmente un settore a basso valore aggiunto, ma in alcuni comparti richiede comunque lo svolgimento di mansioni qualificate, come ad esempio in quello della trasformazione dei prodotti. Tornando ai dati degli operai agricoli, le tre province romagnole sommano ben il 39,6% dei lavoratori dell’Emilia-Romagna impiegati in agricoltura, segue poi Ferrara con il 17,3%, Modena con il 14,6% e Bologna con il 10,7%.
I valori occupazionali sono coerenti con il numero delle imprese: in Romagna opera il 30,7% di tutte le imprese agricole regionali. In particolare a Rimini, sulle 283 aziende registrate, 239 occupano fino 9 lavoratori, 41 imprese da 10 a 49 addetti e le restanti 3 aziende sono le più grandi.
“E’ bene ricordare ai lavoratori del settore agricolo – afferma Francesco Marinelli – che dal primo gennaio scorso e fino al 31 marzo, è possibile presentare la domanda sulla disoccupazione agricola nei nostri uffici. In più, quest’anno, consegneremo gratuitamente un documento con il conteggio dei propri contributi”.
Un servizio utile per tutti i lavoratori agricoli perché questo settore comporta molti periodi di lavoro e di disoccupazione quindi è necessario che le persone controllino con frequenza la propria posizione pensionistica.
“Siamo sicuri – conclude Marinelli – che sia fondamentale rendere le persone più consapevoli dei propri diritti in agricoltura, anche in questa provincia. Per questo abbiamo predisposto degli opuscoli informativi multilingue sui diritti dei lavoratori agricoli, che distribuiremo a tutti coloro che verranno nei nostri uffici”.