(Modena, 8 marzo 2021) Avendo scioperato anche venerdì 5 e sabato 6 marzo, non hanno molta voglia di celebrare la festa della donna le lavoratrici di Pam Panorama Sassuolo, che lottano insieme ai colleghi per difendere il proprio reddito e il posto di lavoro.
«L’azienda per cui lavorano rimane ancora sorda di fronte alle richieste di un’equa rotazione della cassa integrazione e di un tavolo di confronto sugli esuberi dichiarati – affermano Pascale Milone (Fisascat Cisl Emilia Centrale) e Cinzia Pinton (Filcams Cgil Modena) – A distanza di oltre un mese dall’attivazione dell’ammortizzatore, l’azienda continua a rimanere arroccata sulla sua posizione non prevedendo l’equa rotazione della cassa integrazione tra i lavoratori e arrivando addirittura a richiedere ai singoli lavoratori la sottoscrizione e accettazione individuale dell’ammortizzatore sociale. Un’azione, questa, che riteniamo possa ravvisare un comportamento intimidatorio e antisindacale».
Tutto questo avviene nonostante dai sindacati siano state inviate segnalazioni all’Ispettorato territoriale del Lavoro e all’Inps per il controllo sull’utilizzo della cassa integrazione.
Intanto Cisl e Cgil di settore hanno chiesto un incontro al sindaco di Sassuolo per sensibilizzare l’amministrazione comunale su questa vertenza e trovare una soluzione per tutti i lavoratori coinvolti.
«Dobbiamo evitare – aggiungono le due sindacaliste – che la situazione venutasi a creare porti ricadute occupazionali sul territorio, anche a fronte di una dichiarazione di esuberi da parte della direzione aziendale.
Per il bene dei lavoratori coinvolti, soprattutto in questa giornata che è dedicata al ricordo e alla riflessione sulle conquiste politiche, sociali, economiche del genere femminile, auspichiamo che l’azienda abbandoni il suo atteggiamento di chiusura e apra un tavolo di confronto con noi.
Chiediamo – concludono Pascale Milone (Fisascat Cisl Emilia Centrale) e Cinzia Pinton (Filcams Cgil Modena) – maggior attenzione e solidarietà nei confronti di persone che stanno perdendo salario in difesa dei propri diritti e del posto del lavoro».