(Ravenna, 24 settembre 2021) Nonostante i numerosi allarmi sul tema della carenza di organico all’interno dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli di Ravenna lanciati da Fp Cgil, Cisl FP e Uil Pa, nessuna risposta concreta è giunta per risolvere la situazione.
“Al momento – sottolineano i sindacati della Pubblica Amministrazione di CGIL CISL e UIL– siamo ancora in attesa di un riscontro, mentre nel recente passato il tema è stato oggetto di incontri istituzionali con tutti gli attori locali e regionali interessati a mantenere saldo il presidio doganale ravennate, grazie all’impegno profuso dal Sindaco e Presidente della Provincia di Ravenna».
“Come sindacati vogliamo porre all’attenzione di tutti i soggetti coinvolti nelle attività portuali e nel loro indotto, l’evidenza che le problematiche conseguenti alla mancanza di organico porteranno inevitabilmente a non poter garantire continuità nell’erogazione dei servizi. Per esempio, difficilmente si riuscirà a garantire il rispetto dei termini connessi alle procedure di sdoganamento, alla verifica delle merci, alle procedure di accertamento e di controllo nel settore delle accise, agli orari di apertura al pubblico”.
“Al momento – continuano i sindacati – dalla Direzione interregionale arrivano solo notizie riguardanti dati e statistiche sulle scoperture d’organico degli uffici del territorio dell’Emilia-Romagna, senza tuttavia una verifica precisa sui carichi di lavoro e sulla qualità e quantità dei servizi offerti dalle singole sedi territoriali”.
“Si tratta in particolare di un problema per l’ufficio di Ravenna, visto il futuro sviluppo dell’Hub portuale. Per questo motivo abbiamo chiesto nuovamente al sindaco di Ravenna di intervenire in tutte le sedi, come già ha fatto in precedenza, per sostenere la nostra azione nell’interesse della comunità”.
!In questo contesto – proseguono Fp Cgil, Cisl Fp e UilPa- le azioni politiche intraprese in altri territori – si ricordano in Liguria, Piemonte e Lazio – sembrano avere la meglio quando si tratta di garantire nuove assunzioni attraverso bandi di concorso a loro riservati”.
“Ma il dato più preoccupante, sottolineano ancora le tre sigle, è quello che arriverà nei primi mesi del 2022, quando l’UDM si ritroverà con meno di 60 unità di ruolo in servizio, di cui una parte impegnata stabilmente presso i presidi di fabbrica, con una conseguente carenza di almeno 30 lavoratori”.
“In questo senso – concludono i sindacati – se si vogliono sostenere i servizi e gli investimenti come il prossimo Hub terminal crociere, sarebbe auspicabile fare fronte comune per favorire l’attivazione di percorsi destinati ad incrementare la dotazione organica della struttura, garantendo la salvaguardia della piena operatività territoriale”.