(Modena, 3 luglio 2018) Dopo quasi due anni di trattativa, è stato rinnovato ieri il contratto degli operai agricoli della provincia di Modena.
Firmato dai sindacati Fai Cisl Emilia Centrale, Flai Cgil Modena e Uila Uil di Modena e Reggio Emilia con le organizzazioni datoriali Confagricoltura, Coldiretti e Cia, si applica agli oltre 10 mila operai agricoli tra fissi e stagionali della provincia di Modena.
«È stata una trattativa lunga e complicata per un settore polverizzato in migliaia di imprese agricole distribuite su tutto il territorio e nelle quali c’è un forte utilizzo di manodopera straniera – dichiarano le tre sigle sindacali – Il risultato è positivo perché il nuovo contratto provinciale distribuisce reddito e diritti in una situazione economica di difficoltà. Nelle prossime settimane verrà effettuata una distribuzione capillare del materiale informativo e si svolgeranno le assemblee dei lavoratori».
Il contratto provinciale, valido fino al 31 dicembre 2019, ha portato diversi miglioramenti. Innanzitutto un aumento medio delle retribuzioni pari all’1,8%, di cui la prima tranche dal 1° luglio 2018 e la seconda dal 1° aprile 2019; poi una regolamentazione dell’utilizzo degli appalti nel settore agricolo al fine di ridurre i rischi di dumping contrattuale e sociale;
ancora, un incremento dell’indennità una tantum per maternità da 700 a mille euro; un abbassamento da tredici giorni a dieci della soglia minima per avere diritto all’integrazione dei primi tre giorni di malattia; un’indennità una tantum di disoccupazione pari a una mensilità per i lavoratori a tempo indeterminato licenziati;
un sistema di sorveglianza sanitaria con mutualizzazione dei costi a carico delle imprese agricole per favorire l’applicazione della normativa sulle visite mediche dei lavoratori;
un sistema di rappresentanza dei lavoratori per la sicurezza territoriale tale da permettere i controlli di sicurezza nelle imprese agricole da parte dei rappresentanti dei lavoratori (da realizzare entro il 31 dicembre 2018); infine un aumento all’1,5% della quota aziendale per i lavoratori aderenti al fondo di previdenza complementare Agrifondo.