(Cesena, 15 aprile 2022) I dati pubblicati nei giorni scorsi dal MEF sui redditi dei comuni italiani del 2020 confermano le tendenze sui redditi dei cittadini romagnoli. Infatti, come per gli anni precedenti, la provincia di Ravenna ha la media di reddito più alta 21.768 € seguita da Forlì-Cesena 21.069 € anche se con differenze significativa tra il territorio di Forlì e quello cesenate, e per ultima nettamente la provincia di Rimini 19.832 €.
Provincia FC.
Il comune di Cesena è quello che registro al reddito medio maggiore 22.595 €, ma con un forte distacco rispetto agli altri comuni del cesenate, che rispetto a quelli del forlivese segnalano redditi medi molto inferiori.
Infatti il territorio di Forlì ha un reddito medio molto superiore a quello cesenate con 21.658 € Forlì 22.503 €, Modigliana 21.566 €, Bertinoro 21219 €; Forlimpopoli 20.948 €.
Il territorio di Cesena ha un reddito medio di 20545 € (Cesena la prima per reddito con 22.595 €, seconda molto distaccata è Longiano con 20.236 € e Gambettola con 19.246 €.
I comuni con il reddito più basso sono Borghi 16.374 €, Portico 16.534 € e Verghereto 16.530 €.
Provincia Rimini.
E’ il comune di Rimini ad avere il reddito più alto 19.832 € che è comunque nettamente inferiore a quello della altre grandi città romagnole, seguito da Montegridolfo 19763 €, Santarcangelo 19.692 € e Riccione 19.250 € solo quinta Cattolica 19.024 €, Talamello 14.808 €, Casteldelci 13.136 €, Gemmano 14.869 € ultime per reddito.
Provincia Ravenna.
Qui stupisce la posizione di Ravenna e Faenza, che si posizionano al 4° e 5° posto.
Il territorio con reddito medio più alto è Lugo 23.000 €, seguito da Bagnara di Romagna 22.720 € e Sant’agata sul Santerno 22.586 € poi Ravenna 22.016 € e Faenza 22.404 €.
Ultimi posti per Casola 18.741 € e Cervia 19.216 €.
Proposte Cisl.
“Per il rilancio dei redditi dei cittadini romagnoli serve un piano di investimenti in Romagna e una politica industriale comune – afferma Francesco Marinelli Segretario generale CISL Romagna – che possa creare una offerta di lavoro che sia di qualità, dal maggiore valore aggiunto. Una politica industriale che valorizzi le specifiche vocazioni industriali di ogni territorio, supportando le filiere e favorendo percorsi formativi che permettano i lavoratori di rispondere alle esigenze professionali delle aziende.
Sindacati, imprenditori e Istituzioni devono agire insieme come Romagna affinchè anche i territori più periferici non siano abbandonati, ad esempio dal punto di vista infrastrutturale. Solo in questo modo potrà essere salvato e valorizzato il loro tessuto industriale ed anche demografico. E’ quindi a nostro avviso fondamentale procedere a passo spedito nel progetto Romagna Next, che si è avviato nei giorni scorsi a livello territoriale, che dovrà portare a scelte strategiche condivise di area vasta che possano condurre ad una maggiore competitività e sviluppo del nostro territorio.
Solo in questo modo – conclude Marinelli – potremmo raggiungere, tutti insieme come Romagna, e contribuire ad una crescita più omogenea anche reddituale dei cittadini, ad oggi troppo diseguale tra le diverse province, valorizzando ogni territorio in base alla propria vocazione industriale ed economica.