(Modena, 27 dicembre 2021) Stop a nuove assunzioni, mancata conferma di centinaia di lavoratori tra interinali e assunti a tempo determinato, ferie non autorizzate, riposi saltati, taglio dei fondi per il salario accessorio.
Anche a Modena la sanità pubblica è in sofferenza a causa della quarta ondata Covid. L’allarme è lanciato dalla Cisl Funzione pubblica Emilia Centrale annunciando una mobilitazione regionale che culminerà il 18 gennaio davanti alla sede della Regione a Bologna.
«I reparti ospedalieri sono in continua riconversione da ordinari a Covid, le attività chirurgiche sono limitate alle urgenze, gli hub vaccinali funzionano a pieno regime con l’apertura alla fascia d’età 5-11 anni, il sistema di tracciamento ormai è in tilt – dichiara Alfonso Bracigliano, sindacalista della Cisl Funzione pubblica Emilia Centrale – Il nostro sistema sanitario, da tutti riconosciuto come un’eccellenza, rischia di collassare a causa dei tagli imposti dalla Regione. Servono scelte di sistema, non possiamo ricondurre l’analisi dell’attuale situazione della sanità modenese ed emiliano-romagnola solo a ragionamenti sulle risorse economiche e umane che servono per farla funzionare.
È necessaria un’analisi che definisca l’organizzazione alla luce della “nuova quotidianità” di cui deve occuparsi il nostro sistema sanitario».
Secondo la Cisl il fatto che le due aziende sanitarie modenesi non riescano più a smaltire le liste d’attesa per le prestazioni chirurgiche (comprese le oncologiche), di diagnostica e ambulatoriali costringe un numero crescente di cittadini a rivolgersi alla sanità privata o “emigrare” fuori regione. Senza considerare che le stesse problematiche si verificano per gli screening di prevenzione a tutti i livelli, riavviati solo nel periodo estivo.
«È condivisibile che l’Ausl di Modena voglia rafforzare la rete territoriale, ma la carenza organico e la necessità di trovare spazi per i reparti Covid la costringe a chiudere servizi – afferma Bracigliano – Oggi come oggi non potremmo gestire neanche la situazione ordinaria pre-Covid. Basti pensare, per esempio, che gli operatori hanno migliaia di ore di straordinario (ben oltre quelle previste dal contratto), stanno saltando i riposi e non hanno la possibilità di godere nemmeno di un giorno di ferie.
Gli stessi ospedali Policlinico e Baggiovara sono in forte sofferenza nella gestione dell’emergenza-urgenza. Gli operatori devono reggere l’impatto della nuova ondata, ma senza i rinforzi arrivati per fronteggiare la prima ondata.
La verità è che i servizi Covid sono di una complessità tale da richiedere un’azienda sanitaria dedicata, quasi una start-up».
Per la Cisl Fp non si possono replicare gli errori di anni di tagli alla sanità e blocco del turn over. Per questo il sindacato di palazzo Europa ha chiesto all’assessore regionale alla Sanità Donini di andare a Roma e battere cassa per incrementare i fondi contrattuali e procedere subito a nuove assunzioni.
«I nostri operatori sanitari stanno lavorando sotto stress da due anni e, se non arrivano i finanziamenti, rischiano di perdere addirittura una parte di stipendio agli inizi del 2022 – sottolinea Bracigliano – Il perimetro della sanità pubblica non deve essere modificato, non si può tagliare sul personale in un momento in cui vanno ancora garantiti percorsi e reparti Covid, la campagna vaccinale deve accelerare, vanno recuperate le prestazioni non erogate negli ultimi due anni e il Pnrr prevede l’implementazione dell’assistenza territoriale.
Siamo consapevoli che il deficit di bilancio causato dall’emergenza sanitaria è pesante (340 milioni di euro), ma la Regione non può ripianarlo con il blocco delle assunzioni.
Al punto in cui siamo non è sufficiente “tappare buchi” o puntellare edifici – conclude Alfonso Bracigliano, sindacalista della Cisl Funzione pubblica Emilia Centrale –
Bisogna rafforzare la sanità modenese ed emiliano-romagnola partendo dai professionisti che ogni giorno la garantiscono ai cittadini a prezzo di enormi sacrifici».