(Modena, 12 settembre 2022) Non ci sono le condizioni minime di sicurezza per una ripresa regolare delle lezioni all’istituto tecnico industriale Fermi di Modena.
Lo sostengono le rsu del Fermi, Flc Cgil Modena, Cisl Scuola Emilia Centrale, Uil Scuola Modena, Snals Confsal Modena e Gilda Unams Modena.
Da diversi mesi la scuola è un cantiere. Non si tratta di lavori di ordinaria manutenzione, ma di interventi strutturali che interessano tutto l’edificio, dalle fondamenta ai tetti.
Questo comporta la completa inagibilità di parte dell’edificio e, conseguentemente, l’impossibilità di utilizzare parte delle aule e dei laboratori. Inoltre, al termine dei lavori bisognerà verificare la stabilità dell’edificio.
«A oggi la scuola non dispone di nessuna certificazione che possa permettere un rientro anche solo parziale – affermano rsu e sindacati – Va detto con chiarezza che anche qualora le certificazioni arrivassero entro il 15 settembre, ciò comunque non consentirebbe una ripresa regolare delle lezioni e delle attività. Sarebbe, infatti, necessario circoscrivere diverse aree con delle paratie e non sarebbe utilizzabile l’ingresso principale.
Per l’ingresso si dovrebbero utilizzare due piccole porte secondarie (larghe poco più di un metro) situate su una strada laterale. Gli stessi ingressi rappresenterebbero poi l’unica via di fuga in caso di emergenza.
In qualità di rsu d’istituto e organizzazioni sindacali abbiamo il dovere di dire che a queste condizioni eventuali certificazioni per noi non garantirebbero comunque la sicurezza e l’incolumità degli studenti e di tutto il personale. Una volta sistemate le paratie che delimiterebbero le aree agibili da quelle inagibili, occorrerebbe infatti verificare l’idoneità e sicurezza di quegli spazi a ospitare centinaia di persone tra studenti e personale».
Per rsu e sindacati non si può pensare che in un luogo frequentato da centinaia di persone gli ingressi possano essere rappresentati da due piccole porte e che quelle stesse porte debbano rappresentare l’unica via di fuga in caso di emergenza. L’uscita di sicurezza, infatti, sempre a causa dei lavori, non sarebbe concretamente praticabile.
L’istituto Fermi ha 1.200 studenti iscritti, oltre a più di 100 unità di personale tra docenti e ata. Già oggi parte delle aule e dei laboratori è ospitata presso la succursale di via Formigina.
In tutto, tra i due plessi, la scuola ha 56 classi. Nella più ottimistica delle ipotesi, solo 25 classi possono essere ospitate in condizioni di sicurezza nei due plessi (sede principale di via Luosi e succursale di via Formigina).
Tra l’altro nelle scorse settimane i lavori hanno subito un rallentamento, segnalato più volte alla Provincia di Modena. È stata chiesta anche l’attivazione di un piano di riserva nel caso in cui i lavori avessero subìto un ritardo.
«Dai nostri riscontri risulta che queste richieste reiterate di aiuto sia o cadute nel vuoto. Si tratta di una situazione grave e ingiustificabile – dicono rsu ITI Fermi Modena, Flc Cgil Modena, Cisl Scuola Emilia Centrale, Uil Scuola Modena, Snals Confsal Modena, Gilda Unams Modena – Allo stato dell’arte, nella migliore delle ipotesi non esistono le condizioni minime di sicurezza per ospitare contemporaneamente tutte le classi, tutti gli studenti e tutto il personale. È quindi evidente che, non potendo posticipare il regolare avvio delle lezioni o interromperlo, ogni possibile ipotesi comporta uno stravolgimento dei normali orari di lezione e lavoro, con ripercussioni pesanti sugli studenti e le loro famiglie, sui docenti e tutto il personale della scuola».
Di fronte di questa situazione le rsu e le organizzazioni sindacali chiedono con la massima urgenza al presidente della Provincia di Modena di convocare un incontro con le rsu, l’amministrazione scolastica e una rappresentanza delle famiglie.