(Modena, 15 marzo 2021) Riesplode la polemica tra sindacati e Comune di Modena sui servizi per l’infanzia. A dar fuoco alle polveri è stato l’annuncio del Comune di affidare alla Fondazione Cresciamo la gestione per il prossimo anno scolastico di altri due nidi e due scuole d’infanzia e, per il successivo, di un ulteriore nido e un’altra scuola d’infanzia.
«È passato un anno, ma con il Comune di Modena siamo alle solite – attaccano Giada Catanoso (Fp Cgil Modena), Sabrina Torricelli (Cisl Funzione pubblica Emilia Centrale) e Christian Medici (Uil Fpl Modena) – Ancora una volta abbiamo appreso dalla stampa che il Comune ha deciso di esternalizzare altre tre scuole d’infanzia e tre nidi nel 2021 e 2022.
Mentre è stato appena siglato il “Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale” e il Governo mette al centro la pubblica amministrazione, la buona occupazione e l’investimento con assunzioni straordinarie, il Comune di Modena usa vecchi strumenti e progetta lo smantellamento della gestione diretta dei nidi e scuole d’infanzia comunali».
Per i sindacati il piano pluriennale non è giustificabile con le difficoltà per le assunzioni, in quanto oggi non si sa quante persone potranno essere assunte nel 2022.
Si tratta, piuttosto di una precisa scelta politica di non gestire più direttamente i servizi educativi 0-6 anni.
«Quando, lo scorso anno, passarono alla Fondazione Cresciamo i due nidi Piazza e Cipì, il Comune annunciò la volontà di puntare al sistema integrato 0-6, con al centro la Fondazione da sviluppare e innovare. In realtà – sostengono Catanoso, Torricelli e Medici – non è seguito nulla di così innovativo, se non l’abbassamento del costo del lavoro e il peggioramento delle condizioni contrattuali del personale coinvolto. È questa la buona occupazione immaginata dall’amministrazione comunale modenese? Sono queste le politiche dell’ente locale assegnate alla Fondazione? A ciò si aggiunge il fatto che il Comune non si è neanche degnato di comunicare tali scelte alle rappresentanze dei lavoratori e alle organizzazioni sindacali».
Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl sottolineano, infatti, che nei due recenti incontri nei quali il Comune ha loro illustrato le linee principali del piano occupazionale, non è stato fatto alcun cenno a nuove esternalizzazioni nel settore educativo.
«Segno evidente – affermano Giada Catanoso (Fp Cgil Modena), Sabrina Torricelli (Cisl Funzione pubblica Emilia Centrale) e Christian Medici (Uil Fpl Modena) – che dietro non vi è alcun ragionamento di sistema su cui confrontarsi con le parti sociali e gli operatori, i quali anche in questo anno così complicato hanno garantito la qualità di quei servizi di cui il Comune vuole liberarsi.
Assistiamo purtroppo a quanto già visto nel settore dei servizi sociali, dove di fatto la gestione di interi servizi (assistenza domiciliare e assistenza disabili, la quasi totalità delle Cra) è ormai totalmente privata. La scelta operata sui nidi e scuole d’infanzia oggi conferma le nostre valutazioni e preoccupazioni dello scorso anno: il futuro dei servizi educativi e il fantomatico progetto Modenazerosei non sarà un sistema integrato, ma un sistema con una gestione totalmente privata e l’abbassamento strutturale delle condizioni economiche e normative dei lavoratori.
Di fronte a un mondo che cambia e prova realmente a innovare, il Comune di Modena è capace di applicare le solite miopi ricette, che nulla hanno di innovativo e non tendono certo a innalzare la qualità del lavoro. Eppure dovrebbe essere questo l’obiettivo comune per rafforzare quella coesione sociale e tutela dei diritti di cittadinanza di cui si avverte estrema necessità», concludono le sindacaliste Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl.