Dal Territorio

Situazione Sanità in Appennino, senza risposte l’appello dell’ottobre scorso di Cisl Fp

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(Reggio Emilia, 16 aprile 2022) Scrivono all’Ausl di Reggio Emila la Cisl Emilia Centrale e la Cisl Fp, il comparto della sanità del sindacato reggiano.
“Riteniamo importante un incontro sulla attuale e futura organizzazione dei servizi del distretto di Castelnovo Monti riguardo l’organizzazione dei servizi sanitari e socio sanitari nel breve e medio termine”, afferma Rosamaria Papaleo segretaria della Cisl Emilia Centrale.
“Solo a mezzo stampa – osserva la sindacalista – abbiamo appreso di una nota congiunta tra Ausl e la locale Unione dei Comuni, e, delle già note difficoltà di organico. Queste ultime sono riferite soprattutto alla componente professionale della dirigenza medica, ma anche ad alcuni importanti investimenti legati principalmente al Pnrr e al Sant’Anna Plus tra case di comunità, una casa della salute, una Cot (centrale operativa territoriale) e ad un imponente rinnovamento tecnologico”.
“Come sindacato e categoria, dato che rappresentiamo il mondo del lavoro in sanità, chiediamo di avere maggiori dettagli su queste azioni annunciate dall’azienda e dalla politica locale soprattutto in riferimento ai servizi che domani potranno avere i residenti nel nostro Appennino”, spiega Papaleo.
“Già a ottobre scorso – aggiunge Gennaro Ferrara, segretario Cisl Fp responsabile per la sanità – avanzavamo osservazioni sulle criticità in Area comparto, Medicina e Lungodegenza di Castelnovo Monti. Queste osservazioni contenevano alcune richieste di dati finalizzati ad avere una discussione proficua e nel merito. Ora la notizia è di ulteriori criticità degli stessi servizi. Oltre ai problemi già sollevati apprendiamo che per gli infermieri e gli operatori sociosanitari si è proceduto a una riduzione di organico sui turni di lavoro e alla mancata sostituzione di personale assente a vario titolo, così con un possibile rischio di errore delle prestazioni di cura. Gli operatori sanitari, ricordo, lavorano con le persone e non con le macchine: dopo questi due anni di pandemia si devono rivedere i parametri dei minuti di prestazione di assistenza dovuti ai pazienti. Ci appelliamo all’Ausl perché c’è molto di cui discutere assieme per il bene del sistema”.

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Ufficio Stampa