(Reggio Emilia, 17 novembre) Continua la protesta dell’ispettorato del lavoro cominciata lo scorso 26 ottobre. Oggi, infatti, a Reggio Emilia, come in tutto il resto d’Italia, il personale dell’ispettorato del lavoro ha svolto un sit in sotto la Prefettura. Una sua delegazione, inoltre, è stata ricevuta dal Prefetto per consegnare un documento illustrativo delle ragioni dell’agitazione proclamata da CGIL CISL e UIL.
Il “casus belli” è il taglio del 50% delle risorse del salario accessorio per l’anno 2016 e la probabile restituzione, in violazione del principio di legittimo affidamento dei lavoratori, degli emolumenti già certificati e validati dagli organi competenti, riferiti al 2015. Ma le ragioni di questa protesta partono da più lontano e precisamente dall’istituzione, con il Jobs act, dell’ispettorato nazionale del lavoro, che già dalla sua nascita, il primo gennaio 2017, ha evidenziato un’assenza di organicità delineando un percorso incerto per le professionalità esistenti.
A un anno dalla operatività di questo nuovo ente il bilancio è disastroso in quanto tutte le premesse e le promesse sbandierate sono andate vanificate: il personale è privo di risorse strumentali adeguate e moderne; non è stato previsto un adeguato e differenziato piano formativo finalizzato ad accrescere le professionalità esistenti; non sono stati stanziati fondi per rafforzare gli organici; il personale è chiamato a svolgere le mansioni più disparate con conseguente parcellizzazione delle competenze acquisite; il personale ispettivo continua a svolgere il proprio lavoro anticipando le spese di missione, utilizzando il mezzo proprio per raggiungere le aziende senza un’adeguata copertura assicurativa e nonostante da nord a sud continuano a verificarsi episodi di aggressione fisica e verbale a suo danno e a cui l’amministrazione risponde con un silenzio assordante.
Negli ultimi anni, i governi che si sono succeduti hanno sbandierato la riforma dei servizi ispettivi sottolineando l’efficientamento che ne poteva conseguire, ma di fatto possiamo affermare che la tenuta dei servizi dell’ispettorato è da ascriversi solo al senso del dovere dei suoi dipendenti, che ogni giorno continuano a svolgere il loro compito nonostante il datore di lavoro continui a mortificare la loro dignità e a calpestare i loro diritti.
Auspichiamo che questa mobilitazione generale sensibilizzi il governo e lo induca a trovare in tempi rapidi le soluzioni ai problemi denunciati e le risorse da investire. Il rischio, altrimenti, è di compromettere l’operatività dell’organo deputato a tutelare il lavoro come diritto della comunità sociale e del suo ordinamento.
FP CGIL – CISL FP – UIL PA