(Bologna, 25 settembre 2017) “Cambiare le pensioni. Dare lavoro ai giovani”. E’ questo l’appello rivolto al Governo da Cgil, Cisl, Uil Emilia-Romagna, e dalle rispettive categorie dei pensionati, che è risuonato oggi a Bologna nel corso di un partecipato dibattito organizzato dai sindacati confederali nella sede del sindacato di via Milazzo.
Una vasta eco che arriva da Roma, quando, nei giorni scorsi, Cgil, Cisl e Uil nazionali hanno presentato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali una proposta unitaria sui temi al centro del confronto della fase due sulla previdenza. Le proposte intendono superare le attuali rigidità e favorire il turn over generazionale per rendere più equo l’attuale sistema previdenziale.
“Cgil, Cisl e Uil chiedono il blocco dell’adeguamento all’aspettativa di vita, previsto per il prossimo 2019, e che al contempo si avvii un tavolo di studio per individuare un nuovo criterio che rispetti le diversità e le peculiarità di tutti i lavori. Per sostenere le future pensioni dei giovani, i sindacati propongono l’utilizzo di uno strumento che, valorizzando la storia contributiva dei lavoratori, ne sostenga il futuro reddito previdenziale e, contemporaneamente, che si superino gli attuali criteri previsti nel sistema contributivo, una vera e propria penalizzazione per i lavoratori con redditi più bassi. È necessario porre fine alle disparità di genere che ancora penalizzano le donne nel nostro Paese. Un intervento sul solo meccanismo dell’Ape sociale è riduttivo, occorre una misura più ampia con il riconoscimento di un anno di anticipo per ogni figlio, fino a un massimo di tre, e il riconoscimento di un bonus contributivo per i lavori di cura, al fine di migliorare le pensioni delle donne. È fondamentale – sottolineano – il rilancio delle adesioni della previdenza complementare estendendo la fiscalità incentivante, prevista per i lavoratori privati, anche a quelli del settore pubblico. Occorre operare, finalmente, una separazione contabile della spesa previdenziale da quella assistenziale al fine di dimostrare che la spesa per pensioni, in Italia, è sotto la media europea. Bisogna, poi, varare subito una riforma della governance dell’Inps e dell’Inail per realizzare un sistema efficiente, trasparente e partecipato. Cgil, Cisl e Uil chiedono, infine, il ripristino della piena indicizzazione delle pensioni introducendo un nuovo paniere e recuperando quanto perso in questi anni”.
E mentre la trattativa sulle pensioni tornerà nel vivo a breve a livello nazionale, in Emilia-Romagna si intreccia il tema della previdenza a quello del lavoro dei giovani auspicando un ulteriore slancio. “In Emilia-Romagna- ragiona il segretario regionale Cisl Giorgio Graziani- la crescita sembra procedere a gonfie vele, ma una crescita vera dev’essere una crescita giusta, che non lascia indietro nessuno. Per noi non basta ridurre il tasso di disoccupazione, che comunque è già un risultato spettacolare: serve – evidenzia Graziani- che ci siano soprattutto giovani occupati in piu'”. Come ottenerlo? “Servono- continua il segretario Cisl- forme di incentivazione e premialità per coloro che investono sui giovani, ai quali vanno proposti contratti interessanti. Dunque da parte nostra rilanciamo con forza, al fianco delle politiche attive, l’apprendistato, ambito dove la formazione è già compresa nel contratto. Bisogna reinvestire nei giovani e nel lavoro, soprattutto nella sua qualità e nella sua stabilità”.
“Cambiare le pensioni. Dare lavoro ai giovani” – Album fotografico
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