(Bologna, 8 settembre 2017) Siglato questo pomeriggio il Protocollo per la gestione dei beni sequestratie confiscati alle associazioni mafiose, presso il Tribunale diBologna, sottoscritto dal Tribunale, da CGIL, CISL e UIL, dallaCittà Metropolitana, dalla Regione Emilia Romagna e da numerosialtri Enti e delle Associazioni presenti sul territorio.
La normativa italiana sul recupero sociale dei beni confiscati è considerata una buona praticaa livello internazionale, ma vi sono ampi margini per rendere i procedimenti di assegnazione dei beni più snelli e celeri, tenuto conto delle tante necessità ed emergenze sociali alle quali è possibile rispondere attraverso il loro riutilizzo. Per rispondere a questa prima fondamentale esigenza che è nato il protocollo con il Tribunale di Bologna.
L’importanza di gestire l’ingente patrimonio di beni sequestrati e confiscati è diventata ancora più necessaria con il processo Aemilia, che ha messo inevidenza, se mai ve ne fosse ancora bisogno, quale sia il livello di penetrazione della criminalità organizzata della nostra regione equale sia la propria capacità economica.
Il lavoro di realizzazione del Protocollo e di coordinamento tra i vari soggetti firmatari prende il via dalla legge regionale “Testo unicoper la promozione della legalità e per la valorizzazione dellacittadinanza e dell’economia responsabili” (legge 18/2016), all’interno del percorso previsto, in particolare, dall’innovativo art.21. e si è avvalso della competenza e della collaborazione della direttrice del “Master in gestione e riutilizzo di beni e aziende confiscati alle mafie Pio La Torre” dell’Università di Bologna.
Il secondo obiettivo che si propone il Protocollo è quello di salvaguardare la continuità produttiva delle aziende strappate alle mafie, coniugando il principio della legalità con il rispetto dei diritti dei lavoratori che, loro malgrado e senza alcuna colpa, vengono coinvolti nei sequestri delle aziende.
Una gestione proficua dei beni e delle aziende sequestrate significa, almeno per la parte che attiene alle organizzazioni sindacali, confrontarsi con il Tribunale competente e con gli amministratori giudiziari responsabili dei beni confiscati, con le istituzioni e le associazioni imprenditoriali, al fine di valutare un percorso virtuoso capace, da un lato, di garantire la prosecuzione dell’attività economica, dall’altro di salvaguardare i lavoratori occupati. In questo senso, nel Protocollo viene sancita la necessità, per noi fondamentale, di agire affinché non solo ai lavoratori venga garantita la piena tutela contrattuale ma anche, qualora si rivelasse necessario, di aprire appositi percorsi formativi finalizzati all’aggiornamento professionale e alla ricerca di eventuali nuove opportunità di lavoro.
Le aziende sequestrate e confiscate sono un bene di tutti e se ben gestite, già nella fase del sequestro ed in vista di una loro definitiva acquisizione al patrimonio dello Stato, rappresentano una concreta opportunità di lavoro ed una risorsa da non sprecare.
Il Protocollo stabilisceche nella sede del Tribunale di Bologna venga istituito un tavolo tecnico istituzionale. Ne faranno parte il presidente del Tribunale, che lo presiede, e i segretari di Cgil Cisl e Uil e gli altri soggetti firmatari. Ha il compito di definire linee di azionie analisi sullo stato e sulle problematiche delle aziende sequestrate e monitorare l’andamento della gestione e dello sviluppo produttivo delle imprese affidate agli amministratori giudiziari, con lo scopo di ridurre tempi di gestione dei sequestri e favorire l’utilizzo dei beni immobili per fini sociali.
Il Protocollo con il Tribunale di Bologna è solo il primo fondamentale passo. L’obiettivo che ci poniamo, insieme agli altri soggetti che in questa regione hanno promosso la sottoscrizione del Protocollo (CGIL-CISL-UIL, Libera, Avviso Pubblico e Alleanza Cooperative Italiane) è quello di sottoscrivere medesime intese con i tribunali di tutta la regione.
Infine, per le organizzazioni sindacali la sottoscrizione di questa importante intesa con il Tribunale di Bologna si coniuga con il forte auspicio che il nuovo Codice Antimafia in discussione in Parlamento possa rapidamente essere approvato. In quel provvedimento sono contenute importanti innovazioni riguardanti i beni sequestrati e confiscati alle mafie, dei quali vi è assoluta necessità e urgenza.