(Bologna, 6 aprile 2020) – Le aziende chiuse in quanto non produttrici di beni indispensabili potranno spedire le merci in giacenza, come prevede l’ordinanza della Regione Emilia-Romagna del 3 aprile, ma solo se i lavoratori che si occuperanno delle spedizioni potranno farlo in sicurezza. Con la sola eccezione di Piacenza e Rimini, dove le restrizioni sono maggiori rispetto alle altre province, le imprese potranno impiegare lavoratori in smart working, ma anche quelli fisicamente presenti in azienda per le operazioni necessarie alla spedizione delle merci in giacenza.
Naturalmente, per le imprese è obbligatorio, sottolineano FEMCA-Cisl, Filctem-Cgil, Uiltec-Uil, rispettare le misure di sicurezza del protocollo del 14 marzo per contrastare la diffusione del coronavirus negli ambienti di lavoro. “Questa è una condizione essenziale e sulla sua applicazione, continueremo a vigilare con estrema attenzione”, rimarcano i sindacati, ricordando che in ogni azienda deve essere costituito il comitato per l’applicazione di tutte le norme di sicurezza, con la partecipazione di rsu e rls.
“Ogni azienda deve provvedere alla sanificazione degli ambienti e degli strumenti di lavoro”, proseguono le tre categorie regionali di Cgil, Cisl e Uil. “Devono essere rispettate le distanze di sicurezza di almeno un metro tra lavoratore e lavoratore, e quando ciò non risulta possibile, devono essere distribuiti tutti i dispositivi di protezione individuale”, scandiscono le sigle della chimica. In caso contrario, se nelle aziende non dovesse essere garantita la sicurezza dei dipendenti, i sindacati assicurano che supporteranno i lavoratori nel ricorso “a tutti gli strumenti di azione sindacale”.
[fac_shortcode_708]Filctem Femca Uiltec – comunicato stampa (1)