(Bologna, 12 marzo 2020) L’emergenza covid-19 e il suo impatto sui mercati viene fatta leggere da banche e assicurazioni “come una opportunità d’investimento o per acquistare polizze di protezione”. Allora tutto va avanti come niente fosse: banche e assicurazioni “continuano nelle loro campagne commerciali verso la clientela”, innescando “il flusso continuo agli sportelli di persone e il movimento sul territorio di colleghi e clienti”.
Sono tutti i sindacati a protestare e scrivere ai prefetti dell’Emilia-Romagna e al governatore Stefano Bonaccini per chiedere se il comportamento delle aziende del credito e assicurazioni sia in regola con i divieti anti-contagio. “Le aziende hanno emanato disposizioni per accessi calmierati nei locali al pubblico ma, sollecitando la clientela per campagne commerciali il cui perfezionamento deve avvenire nelle sedi di lavoro, nei fatti sollecitano afflussi agli sportelli per attività non indifferibili e non riconducibili al ruolo di servizio pubblico essenziale”, contestano Fabi, First-Cisl, Fisac, Uilca-Uil e Unisin.
“Rileviamo e segnaliamo comportamenti a nostro avviso in contrasto con le disposizioni previste dal dpcm” emanato ieri dal Governo, ovvero sul ‘tutti a casa’, e “dunque meritevoli di verifica”. Ad esempio: “Le aziende in molti casi invitano i lavoratori a trasferte-missioni presso il domicilio dei clienti-aziende per il perfezionamento di operazioni di business che non hanno carattere di urgenza ma prevalente carattere commerciale”.
I sindacati puntano il dito su “comportamenti improntati all’integrale continuità del business e non solo all’erogazione dei servizi essenziali, nonostante le gravissime ragioni di salute pubblica abbiano portato all’emanazione del dpcm e alle limitazioni di movimento sull’intero territorio nazionale”. E questi comportamenti “sono rilevabili in molte aziende del credito, delle assicurazioni, dell’appalto assicurativo presenti in Emilia-Romagna, aziende che interpretano i decreti come la possibilità di continuare ad operare come se nulla (o quasi) stesse succedendo con rischi concreti per la salute dei propri dipendenti e dei clienti”.
Per questo ai prefetti e a Bonaccini viene chiesto di verificare se le scelte di queste aziende siano “in linea con la ratio dei decreti” per contrastare il contagio “e con il rispetto del servizio pubblico essenziale che i nostri uffici dovrebbero in questo momento limitarsi a mantenere”. Se così non fosse, “chiediamo di intervenire con estrema urgenza sollecitando verifiche e sopralluoghi“, concludono le sigle sindacali.
[fac_shortcode_708] DEF lettera ai Prefetti e regione E.R.2