Agricoltura. Ancora migliaia in regione i lavoratori agricoli senza sostegni e senza diritti, gli “eroi del Covid” dimenticati dagli ultimi provvedimenti governativi. Il 30 aprile sciopero di 8 ore del comparto agricolo con manifestazione a Bologna.
(Bologna, 26 aprile 2021)Anche nel Decreto Sostegni, per l’ennesima volta, gli stagionali dell’agricoltura sono stati esclusi da ogni tipo di ristoro. Le lavoratrici e i lavoratori agricoli, quelli che lavorano negli agriturismi, nel settore del florovivaismo, e nelle cooperative agricole sono stati nuovamente discriminati.
I lavoratori di questi settori nel 2020 hanno perso milioni di giornate di lavoro in Italia, mentre in Emilia-Romagna stimiamo la perdita di oltre 550.000 giornate lavorative a causa della crisi del canale Horeka, ma anche a causa delle intemperie climatiche e cimici asiatiche che hanno colpito duramente i territori a maggior vocazione ortofrutticola come il territorio ravennate (-26% delle giornate lavorate rispetto al 2019).
FLAI-CGIL, FAI-CISL e UILA-UIL hanno già svolto una serie di iniziative di mobilitazione della categoria: mercoledì 31 marzo si è svolto un presidio di lavoratori davanti al Senato per spiegare le richieste di modifica e di integrazione al Decreto Sostegni; sabato 10 aprile si sono svolte manifestazioni davanti alle Prefetture di tutta Italia; le segreterie nazionali hanno incontrato ministri e parlamentari, senza nessun concreto risultato, quindi per venerdì 30 aprile è stato proclamato lo sciopero di tutto il comparto agricolo in tutta Italia per l’intera giornata. I lavoratori agricoli dell’Emilia-Romagna sono chiamati a manifestare davanti alla Prefettura di Bologna in piazza Roosevelt, dalle 10 alle 12 e 30, per rivendicare:
- la garanzia per l’anno 2020, ai fini della tutela assistenziale e previdenziale, delle stesse giornate di lavoro svolte nel 2019;
- l’estensione della Naspi ai dipendenti a tempo indeterminato di imprese cooperative e dei loro consorzi;
- tutele ai lavoratori agricoli nelle zone colpite da calamità naturali, eventi distruttivi, parassiti quali Xylella e cimice asiatica che provocano una perdita di reddito per i lavoratori, ma anche la perdita di diritti previdenziali e assistenziali, compreso il possibile mancato riconoscimento della disoccupazione agricola; le lavoratrici donne, ancora una volta, sono le più penalizzate;
- riconoscimento di una Cassa Integrazione stabile anche per i pescatori vista la forte riduzione dell’attività di pesca;
- il bonus per gli stagionali dell’agricoltura e la sua compatibilità con il reddito di emergenza.
Oltre a questi punti, per noi essenziali, nelle mobilitazioni presenteremo anche: la richiesta di riconoscere la “clausola sulla condizionalità sociale” nella Politica agricola comune (PAC) e nei Piani di Sviluppo Rurale (PSR), per fare in modo che i contributi europei vadano solo a chi rispetta i contratti di lavoro e le leggi sociali e rimarcheremo la nostra contrarietà al tentativo di semplificare, ancora di più, l’uso dei voucher in agricoltura, con gravi ricadute sulle tutele e i diritti dei lavoratori. Infine, con la mobilitazione, vogliamo ribadire l’esigenza di rinnovare rapidamente i contratti provinciali, scaduti il 31 dicembre 2019 e che non vedono ancora nessun rinnovo nel nostro territorio regionale (a livello nazionale sono solo 11 su 96 quelli rinnovati).