(Bologna, 23 novembre 2017) In occasione del Black Friday, raddoppia lo sciopero in Amazon. Infatti, Felsa-Cisl, Nidil-Cgil e Uiltemp-Uil hanno proclamato per domani l’astensione dal lavoro dei lavoratori in somministrazione. Sono i cosiddetti “Green badge” e in Amazon, a Piacenza, sono migliaia (sotto Natale salgono fino a 3.000), più altre migliaia nelle sedi recentemente aperte in Italia: anche loro si fermeranno dal turno mattutino di venerdì fino al primo del sabato.
Il ‘venerdì nero’ segna per l’azienda americana un primato, ma non per un record di vendite, bensì per “la prima giornata di sciopero dei lavoratori italiani” nello stabilimento di Castel San Giovanni a Piacenza. Stabilimento che impiega 1.600 contrattualizzati, più gli addetti reclutati per il periodo natalizio. Ma “le rivendicazioni retributive (la paga e’ di circa 1.450 euro lordi al mese) sono solo una parte delle criticità: i ‘pickers’ di Amazon, per ogni turno, percorrono dai 17 ai 20 chilometri per movimentare merci e pacchi e “da un punto di vista della tutela della salute e sicurezza, non puo’ passare inosservata l’incidenza degli infortuni e il presentarsi sempre piu’ insistente di patologie a carico”.
Per i dipendenti somministrati inoltre Felsa, Nidi e Uiltemp, chiedono un percorso per dare stabilità e continuità all’occupazione “e condizioni di lavoro decenti in Amazon“. Nello specifico, si chiede all’azienda e alle agenzie coinvolte (Adecco, Manpower, Gi Group) la riduzione del turnover, l’allungamento della durata dei contratti in somministrazione e la condivisione di percorsi di stabilizzazione, il rispetto della parità di trattamento retributiva sui livelli di inquadramento e sulla negoziazione di premi economici integrativi, un utilizzo corretto del monte ore garantito, “ritmi di lavoro che non mettano a rischio la salute e la sicurezza dei lavoratori“.