(Bologna, 7 dicembre 2024) “Siamo in periodo di transizione molto complicato, servono ammortizzatori sociali per proteggere i posti di lavoro. In molte aziende di Stellantis, così come dell’indotto e delle forniture dell’automotive, l’utilizzo di questi strumenti è arrivato al termine, al tetto massimo. Quindi è indispensabile che già da gennaio ci sia una proroga, un rifinanziamento“.
E’ quanto ha chiesto Filippo Pieri questa mattina a “La finestra sui fatti”, la consueta rubrica settimanale che va in onda ogni sabato su Radio Flyweb, dove, tra l’altro, ha parlato della difficile situazione che anche in Emilia Romagna sta causando la crisi del gruppo ex Fiat e di tutta la filiera industriale automobilistica.
Tra le richieste del sindacato, in vista del tavolo fissato al MIMIT (Ministero delle Imprese e del Made in Italy) per il prossimo 10 dicembre, il segretario generale regionale della Cisl indica anche il ripristino del Fondo automotive. Istanza che, secondo le ipotesi ventilate in queste ultime ore, potrebbe essere parzialmente accolta attraverso un emendamento alla Legge di bilancio. Una variazione che dovrebbe andare a ripristinare almeno una parte della dotazione finanziaria.
Ad ogni modo, vista l’urgenza e la gravità della contingenza, l’auspicio del leader regionale della Cisl è che all’appuntamento del 10 dicembre presso il Ministero delle Imprese ne segua subito un altro a Palazzo Chigi con la stessa Presidente del Consiglio Meloni. La proprietà di Stellantis deve tornare al tavolo di trattativa, servono segnali concreti su un piano industriale finora totalmente disatteso, un piano industriale che rispetti gli impegni presi, confermi gli investimenti, in particolare sull’innovazione, e garantisca la piena occupazione.
Poi, nel corso dell’intervista su Radio Flyweb, il sindacalista ha parlato anche della mission dell’Iscos ER, quanto mai attuale, e dell’importanza, in un mercato che ha ormai un’apertura globale, di provare ad attuare una tutela per lavoratrici e lavoratori che vada oltre i confini nazionali. Di conseguenza, non sono mancati riferimenti al ruolo strategico della CES, auspicando però che Confederazione europea dei sindacati “recuperi presto un’azione contrattuale, in questi ultima tempi un po’ smarrita a causa di un’impronta più rivendicativa”.
Nello stesso tempo, verso la conclusione della chiacchierata con Matteo Cimatti, Pieri non si è sottratto al dibattito che in questi ultimi giorni sta tenendo banco nel mondo politico ed economico della nostra regione, quello sul consumo del suolo. Querelle che si è scatenata dopo che nei giorni scorsi il rapporto Ispra, riferito ai dati del 2023, ha assegnato all’Emilia-Romagna la maglia nera proprio su questa tematica. Sul banco degli imputati anche la legge urbanistica regionale del 2017, legge che la Regione ha difeso a spada tratta sostenendo che quel provvedimento ha permesso di salvare 21 mila ettari di suolo. “Al di là delle polemiche – ha concluso il sindacalista – bisogna entrare nell’ordine delle idee che, prima di pensare a progetti residenziali nuovi, occorre innanzitutto privilegiare il recupero delle aree dismesse. Nello stesso tempo, diventa fondamentale salvaguardare quelle che sono le aree a rischi alluvione e a rischio frane. Gli unici investimenti che dovrebbero essere ammessi, e solo in caso di assoluta necessità, sono quelli qualitativi, e ciò sia da un punto di vista produttivo sia per la qualità del lavoro”, ha chiosato il dirigente Cisl.