Parola al Segretario Ultim'ora

Autonomia differenziata, Pieri: “Basta toni apocalittici e tifo trionfalistico: entriamo nel merito e confrontiamoci”

(Bologna, 20 luglio 2024) “Basta fondamentalismi: da una parte vedo toni apocalittici, c’è chi parla di secessione e di ‘Spacca Italia’, dall’altra trionfalismi ingiustificati in cui sembra essere la soluzione a tutti i mali storici di questo Paese. Noi non siamo né da una parte né dall’altra, vogliamo discutere sul merito, serve un confronto vero per capire come si possa applicare nel migliore dei modi un tema che è comunque nella nostra Costituzione, voluto dai cittadini italiani con un referendum confermativo, così come prevede la legge”.

E’ questo l’ammonimento che Filippo Pieri ha indirizzato ai partiti nel nel corso de “La finestra sui fatti”, la consueta rubrica settimanale che va in onda ogni sabato mattina su Radio Flyweb, dove ha parlato di autonomia differenziata tracciando anche un breve excursus storico che ha portato circa un mese fa la Camera dei Deputati a dare il via libero definitivo al disegno di legge Calderoli (in GU LEGGE 26 giugno 2024, n. 86).

“Si parla di questo tema dal 2001, cioè da quando è stata inserita nella Costituzione dalla cosiddetta ‘Riforma del Titolo V’, vale a dire da quando, con l’introduzione del nuovo articolo 116 della Costituzione, si dava la possibilità alle Regioni di aderire a questo percorso di autonomia differenziata”, ha sottolineato il segretario generale della Cisl regionale. “Tema – ha continuato – poi riaffiorato a più riprese, fino a quando, nel 2018, tre Regioni del Nord, il Veneto, la Lombardia e l’Emilia Romagna, hanno dato il via a questo iter. Le prime due attraverso la strada del referendum, l’Emilia Romagna senza referendum ma con l’adozione di un percorso politico-legislativo che ha coinvolto anche le parti sociali e le associazioni imprenditoriali, tanto poi da arrivare ad una deliberazione approvata dal Consiglio regionale. Da lì è partito un confronto con l’allora Governo Gentiloni, con una serie di preaccordi tra Esecutivo e le tre Regioni per definire e organizzare questa possibilità”.

“Una legge quella approvata dalla Camera dall’aula di Montecitorio a giugno – ha continuato Pieri – in cui nell’iter parlamentare sono stati inseriti molti vincoli, lunghe procedure negoziali per poter arrivare ad un accordo tra Regioni e Stato, tra cui un biennio per fissare i cosiddetti Lep, i livelli essenziali delle prestazioni, che rappresentano i requisiti minimi di servizio da garantire in modo uniforme nell’intero territorio nazionale affinché tutti i cittadini abbiano stessi diritti sociali e civili sanciti dalla Costituzione. Lep che peraltro devono anche essere finanziati con un costo che, secondo l’analisi di uno studio indipendente, si potrebbe aggirare tra i 170 e i 190 miliardi all’anno. Tutte questioni che fanno capire come l’autonomia differenziata non sia proprio dietro l’angolo”.

“Per questo – ha continuato il numero uno di Via Milazzo – noi crediamo che prima di arrivare a una procedura di sottoscrizione di qualsiasi intesa tra Governo e Regioni, ci siano tre cose fondamentali da fare: la prima è quella di definire e finanziare i Lep; la seconda è quella di costruire un Fondo di perequazione fiscale a livello nazionale per sostenere le regioni più in difficoltà; infine, la terza è quella di superare il concetto di spesa storica a favore della spesa standard per avere risparmi e razionalizzazioni. Il costo di una siringa, ad esempio, deve essere lo stesso costo da Torino a Campobasso, è impensabile che ci siano prezzi diversi perché in quel posto si è sempre fatto così”.

“Se realizziamo queste tre cose e affrontiamo la questione senza demagogia o populismi, anche l’autonomia differenziata può essere un’opportunità, come era stata immaginata in Emilia Romagna quando si è discusso di questo tema”, ha concluso Pieri.

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