(Bologna, 20 giugno 2019) Nel primo trimestre 2019, su 70 ispezioni ‘mirate’ indirizzate a cooperative, ben 61 hanno presentato irregolarità di varia natura. Molte di queste (45 su 71) stavano applicando CCNL
“pirata”, ovvero non negoziati dalle associazioni imprenditoriali e sindacali maggiormente rappresentative. Contratti “pirata” che arrivano a prevedere la contrazione delle tariffe salariali sino al 50% rispetto a quelle previste dai CCNL veri. Le non conformità alla legislazione sul lavoro più gravi si sono manifestate nelle cooperative non associate alle Centrali che firmarono l’accordo del 2007 per il contrasto al fenomeno delle cosiddette “cooperative spurie” (Legacoop, Confcoop, AGCI). “Numeri che non fanno altro che dare un’ulteriore conferma a ciò che la Cisl rivendica da tempo, vale a dire la necessità di elevare la qualità e la legalità del lavoro anche in Emilia Romagna anche attraverso una lotta serrata e prioritaria contro le cooperative spurie”.
Così Ciro Donnarumma, componente della Segreteria regionale della Cisl, ha analizzato e commentato i dati diffusi dall’Ispettorato del Lavoro sull’attività ispettiva nel settore delle cooperazione. Nel complesso, a livello regionale, ben 1.438 lavoratori sono risultati irregolari , di cui 44 in nero. L
e ispezioni hanno consentito di recuperare oltre tre milioni di euro di contributi evasi. Molte delle realtà sanzionate derivano dal comparto del terziario, dei trasporti e del facchinaggio, con il 47% delle pratiche avviate.
A Bologna su 15 accertamenti effettuati sulle coop sono state rilevate 12 irregolarità di varia natura; a Ferrara – Rovigo, l’Ispettorato territorialmente competente ha definito 8 accertamenti con esiti tutti irregolari. A Modena sono in corso delle ispezione dal 2018, con alcune coop indagate per lavoro nero, appalti illeciti, errato inquadramento previdenziale e contrattuale; anche a Parma le tre coop monitorate presentano tutte irregolarità di varia natura (contribuzione inferiore ai minimi, mancato pagamento di retribuzione e TFR, lavoro nero).
A Piacenza le 4 coop ispezionate sono risultate tutte irregolari, anche in questo caso per ricorso al lavoro nero e salari pagati in ritardo. Anche a Forlì – Cesena l’unica cooperativa ispezionata ha avviato un tirocinio formativo in assenza dei requisiti stabiliti dalla legge regionale.
Infine, a Rimini su 9 coop ispezionate 6 sono risultate irregolari sotto qualche profilo; in particolare sono stati trovati ben 27 lavoratori irregolari o in nero.
“E’ necessario – ha rincarato la dose Filippo Pieri, segretario generale della Cisl Emilia-Romagna – che si potenzino i controlli e che istituzioni e imprese affidino gli appalti e i subappalti a soggetti economici pienamente operanti nella legalità e nella regolarità”. “Di sicuro – conclude il massimo dirigente della Cisl regionale – la recente legge “sblocca cantieri”, con la reintroduzione del massimo ribasso, l’ampliamento dell’affidamento diretto dei lavori e il ricorso fino al 40% al subappalto, non farà altro che favorire lavoro irregolare, infiltrazioni mafiose e illegalità. E non certo una vera sburocratizzazione, uno degli obiettivi basilari auspicati dallo stesso sindacato”.