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Aggressioni personale sanitario, nuovo allarme Cisl: “Basta! Subito misure concrete”

(Bologna, 5 settembre 2019) Le continue segnalazioni di aggressioni fisiche e verbali a danno degli operatori sanitari che avvengono in tutte le strutture sanitarie della regione, e non solo nei pronto soccorsi, sono gravi e del tutto intollerabili per un paese civile. Ultimo episodio in ordine di tempo riguarda la doppia aggressione al pronto soccorso dell’Ospedale Maggiore di Bologna. In meno di 24 ore, un medico e un operatore socio sanitario in infortunio per essere stati malmenati, presi a pugni e schiaffi e infermieri al triage che, oltre ad essere aggrediti verbalmente e minacciati, hanno dovuto assistere anche al tentativo di danneggiamento dell’auto privata di uno di loro.

Un pronto soccorso in cui, come ribadito più volte da da operatori e sindacati, vanno prese delle decisioni in tempi rapidi rispetto all’attuale sistema di accessi.

Il 26 giugno avevamo richiamato la Regione ad affrontare questo tema, con un particolare riferimento alle specificità del pronto soccorso, tema su cui la stessa Amministrazione regionale aveva promesso misure in tempi ben più rapidi. Finalmente, dopo le nostre sollecitazioni, il 10 settembre sarà riaperto il confronto per discutere dell’aggiornamento della “raccomandazione per la prevenzione della violenza a danno degli operatori sanitari”.

Ora, con questo ennesimo grido d’allarme, vogliamo ancora una volta ribadire che aggredire chi tutela e si prende cura della nostra salute non significa solo arrecare un danno al singolo, ma a tutti i cittadini, alle nostre comunità. Un danno assurdo non solo perché intacca quel minimo comune denominatore di civiltà che dovrebbe essere insito in ogni comunità, ma anche perché comporta pesanti ricadute sia per i colleghi sia per l’intera struttura sanitaria, visto che la stragrande maggioranza delle volte il lavoratore aggredito dovrà passare un periodo di convalescenza a casa o, peggio, in ospedale.

Dopo tanto parlare, sarebbe il momento di mettere in atto azioni concrete di miglioramento della tutela fisica degli operatori. Nessun lavoratore dovrebbe temere per la propria incolumità fisica, né ritorsioni, perché svolge le proprie attività o perché denuncia dei soprusi subiti.  Occorre tutelare in tutti i modi chi subisce la prepotenza altrui ma, nello stesso tempo, bisogna che i colpevoli rispondano dei propri comportamenti.

Lavinia Carmela (staff segretaria regionale Cisl Fp)  Marisa Faraca (presidente regionale Cisl medici)

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Ufficio Stampa