(Bologna, 2 maggio 2020) Nei giorni scorsi si è tenuto l’incontro tra le Organizzazioni sindacali e l’Ufficio scolastico regionale Emilia Romagna sull’organico dei docenti per l’anno scolastico 2020/2021.
I posti per l’Emilia Romagna sono 53.086 comprensivi dei posti di sostegno. Solo la decisa presa di posizione delle OOSS a livello nazionale, ha permesso la conferma della attuale dotazione organica nonostante il calo complessivo degli alunni di circa 29.000 unità.
Ciò ha evitato in primo luogo la perdita di posti di lavoro e ha reso parzialmente possibile la continuità didattica in una situazione di grave emergenza sanitaria come quella che stiamo attraversando ormai dal 23 febbraio.
Si prevede che gli studenti in Emilia Romagna saranno circa 500.000 con una riduzione di circa 700 unità rispetto all’anno in corso. Sarà imprescindibile, in una fase successiva ma non lontana, attivare forme poderose di compensazione per affrontare con serietà la ripresa dell’anno scolastico garantendo un tempo scuola lungo legato all’emergenza COVID-19.
La sola riconferma dell’organico ora assegnato, non sarà quindi sufficiente a garantire una regolare ripartenza, che per le caratteristiche di emergenza, si presenta molto complessa. Questo impone l’adozione di misure straordinarie; non solo sul versante della sicurezza e della tutela del personale e degli studenti.
Servono investimenti in personale e stabilizzazioni massicce per consentire la didattica in presenza, per evitare assembramenti e ridurre il numero degli alunni per classe, per dare supporto agli studenti più svantaggiati o più fragili garantendo a tutti, senza distinzione, il diritto allo studio. Ma anche personale ATA di supporto, per garantire la sicurezza e le attività amministrative e tecniche.
Servono altresì luoghi fisici funzionali al distanziamento sociale: per questo sono urgenti interventi per l’edilizia scolastica e nuovi spazi dove poter fare lezione.
Così come vanno individuate soluzioni di riorganizzazione delle attività che agiscano sul versante del recupero delle carenze degli studenti, sulla valorizzazione della continuità didattica e ristabiliscano quelle relazioni che sono venute meno in questi mesi.
Non si può trascurare la necessità di una spinta innovativa sulla formazione di tutto il personale scolastico a tutela della salute e a supporto della digitalizzazione.
Servono investimenti e un progetto /cantiere per rimettere al centro della politica e delle priorità del Paese la scuola che, in questa vicenda, ha subito una ferita profonda, come ha ricordato il Presidente Mattarella.
In questo contesto non servono fughe in avanti: tutti i soggetti istituzionali e sociali, sono chiamati alla responsabilità per garantire e agevolare un avvio di anno scolastico nel rispetto prioritario della salute pubblica.
La scuola è relazione e partecipazione. È comunità. È il cuore della democrazia di un paese. Deve poter partire e per farlo servono certezze e risorse.
Le ipotesi che circolano di doppi turni, riduzione degli alunni per classe, riduzione del tempo scuola, didattica in presenza alternata a quella a distanza, orari scaglionati richiedono una attenta valutazione per ambiti specifici, a partire dalla scuola dell’infanzia e da quella primaria. Così come sarà necessario ragionare di riorganizzazione dei servizi di mensa e dei trasporti.
E ognuno dovrà fare la propria parte. Per questo abbiamo scritto all’assessore regionale all’Istruzione anticipando le nostre preoccupazioni.
FLC CGIL Emilia Romagna Monica Ottaviani
CISL Scuola FSUR Emilia Romagna Monica Barbolini
UIL Scuola RUA Emilia Romagna Serafino Veltri
SNALS Confsal Emilia Romagna Gianfranco Samorì
GILDA FGU Unams Emilia Romagna Rosarita Cherubino