(Bologna, 7 dicembre 2017) “Siamo soddisfatti, in Emilia-Romagna abbiamo lavorato bene, esempio virtuoso di sinergie tra istituzioni e parti sociali che purtroppo non è stato seguito a livello nazionale. Ma c’è ancora tanto da fare e bisogna proseguire così”. E’ stato questo il primo commento di Ciro Donnarumma, della Segreteria regionale Cisl, nel corso della conferenza stampa sul nuovo piano regionale presentato oggi in viale Aldo Moro dalla Giunta Bonaccini insieme ai sindacati.
Intanto la Regione Emilia-Romagna mette sul piatto altri 3,3 milioni di euro nel 2018 per la bonifica dell’amianto nelle imprese, mentre negli ultimi 15 anni ha destinato quasi 29 milioni di euro di contributi ad aziende private ed enti pubblici, di cui 2,8 milioni sono serviti per rimuovere l’amianto in 72 scuole. A queste risorse si aggiungono 3,2 milioni per la rimozione e lo smaltimento di 6.500 tonnellate di macerie contenenti amianto in seguito al terremoto del 2012. Con la mappatura fatta dalla Regione a partire dal 2004, sono stati individuati 1.200 siti pubblici o privati aperti al pubblico da bonificare: al 31 dicembre 2016 l’amianto è stato totalmente rimosso in oltre il 70% dei casi; i restanti 300 edifici sono stati parzialmente bonificati e comunque messi sotto controllo e in sicurezza. Ora, sebbene con il nuovo piano regionale ai Comuni vengano dati più poteri, la difficoltà resta la bonifica delle realtà private rimanenti, su cui la Regione (a meno di rischi evidenti per la salute pubblica) non ha potere diretto , visto che non c’è un obbligo di legge per i privati a rimuovere la fibra killer.
Tuttavia l’amianto continua a uccidere ancora, in Emilia-Romagna ogni anno sono 150 in media i nuovi casi di mesotelioma . Col nuovo piano regionale, in Emilia-Romagna si prevede di costruire un programma regionale di assistenza informativa e sanitaria dedicata ai lavoratori esposti ed ex esposti, dei quali sarà creato un archivio. Intanto il sindacalista della Cisl individua “nell’eliminazione ticket sanitari per le persone malate, nella diffusione su tutto il territorio di sportelli per assistenza psicologica e sanitaria per malati e familiari e nel monitoraggio da parte dei Comuni” alcune priorità assolute.
Infine, nel piano è prevista la definizione di procedure uniformi a livello regionale per la rimozione e lo smaltimento di piccole quantità di materiale contente amianto in matrice compatta da parte dei privati cittadini. La Regione aprirà poi una fase di indagine, per verificare i possibili siti dove aprire nuove discariche specializzate nello smaltimento dell’amianto, da affidare ai privati. Ad oggi, in Emilia-Romagna sono due i centri che si occupano di questo servizio: uno è a Castel Maggiore, in provincia di Bologna, e uno a Mirandola, nel modenese. Le due discariche smaltiscono quasi 5.200 tonnellate all’anno di rifiuti contenenti amianto, il 15% della produzione regionale. Il resto, viene spedito fuori regione, per lo più in Germania, con le spese di rimozione e smaltimento a carico dei privati.
“Era un impegno che avevamo preso nel patto per il lavoro ed è un impegno che rafforzeremo anche nei prossimi anni del mandato. Per noi è anche un dovere civile”, ha sottolineato il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, che subito dopo ha pubblicamente ringraziato Cgil, Cisl e Uil per il lavoro fatto insieme, “pur ognuno nella propria autonomia”.