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Bilancio, autonomia differenziata, punti nascita … Pieri alla Regione: “Che fine ha fatto la concertazione?”

(Bologna, 22 febbraio 2025) “Le decisioni unilaterali assunte dalla Regione nelle ultime settimane ci lasciano molto perplessi: dal ritiro della richiesta di autonomia differenziata, alla questione sui punti nascita in montagna, fino ad arrivare, in particolare, all’inaspettata conferenza stampa sul Bilancio regionale 2025. Ora abbiamo bisogno di capire se in questa regione ci sono ancora le condizioni per un confronto vero, per una trattativa vera, di merito, sulle proposte messe o da mettere in campo oppure se sarà necessario adottare altre azioni e altre strategie“.

Così questa mattina Filippo Pieri a “La finestra sui fatti”, la rubrica settimanale che va in onda ogni sabato su Radio Flyweb. “Durante l’ultima campagna delle elezioni regionali la Cisl, poi anche in modo unitario insieme agli altri sindacati, aveva chiesto a tutti coloro che si candidavano a guidare questa Regione un impegno preciso: la conferma e il rafforzamento del metodo concertativo e partecipativo concretizzato nel Patto per il lavoro e per il clima. Proposta che aveva trovato un consenso pressoché unanime, sebbene gli ultimi accadimenti non vadano certo in questa direzione”.

“In particolare, per quel che riguarda la conferenza stampa sul Bilancio 2025 convocata pochi giorni fa senza alcun avviso alle parti sociali, oltre al merito, che tuttavia non ci convince per niente, resta il problema del metodo. Una materia, quella del Bilancio 2025, che comunque dovrà necessariamente vedere dei tempi di adozione molto stretti, e che quindi ci permetterà di fare delle valutazioni. La speranza è che questi giorni portino consiglio in Viale Aldo Moro”, ha continuato il segretario generale della Cisl ER.

Ma, come detto, la contrarietà del leader sindacale ha riguardato anche il ritiro della richiesta di autonomia differenziata avanzata a suo tempo dall’amministrazione Bonaccini e il tema controverso della chiusura dei punti nascita montani. “E’ stato un errore aver ufficializzato il ritiro della richiesta di autonomia differenziata, un’opportunità prevista dalla Costituzione, senza un confronto preventivo con le parti sociali che avevano condiviso quel percorso durante la gestione Bonaccini. L’Emilia Romagna era stato teatro di un dibattito vero, serrato, tra sindacati, associazioni imprenditoriali, Regione ed enti locali che aveva poi portato ad avanzare quella richiesta condivisa, tant’è che il tema dell’autonomia differenziata non solo è entrato nel nostro Patto per lavoro e per il clima ma è stato individuato come strumento utile per raggiungere gli obiettivi del Patto stesso”.

“Autonomia differenziata – ha proseguito Pieri – che è nella nostra Costituzione e che non va confusa con la legge di applicazione, la cosiddetta ‘legge Calderoli’. Una legge che, come la Cisl ha sempre sostenuto, va modificata e migliorata in Parlamento. In un quadro in evoluzione, anche alla luce del pronunciamento della Corte costituzionale che ha deciso di non ammettere il referendum per abrogare la stessa legge applicativa, un dibattito doveva essere riaperto in questa regione, mentre quella del presidente De Pascale è parsa più un’operazione frettolosa, forse figlia di un patto elettorale”.

Ma a perplessità si somma perplessità. Il  numero uno di Via Milazzo si è detto stupito anche per la decisione sui punti nascita di montagna: “prima chiusi, poi la promessa di riaprirli ma senza riaprirli e adesso, forse, chiusi in maniera definitiva. Cambiamenti repentini, in un senso e nell’altro, di cui vorremmo capire la ratio, perché se è vero che è cambiato il presidente la parte politica che lo sostiene è sempre la stessa”. “Invece si tratta di una decisione complessa – ha concluso Pieri – che va posta in un quadro ampio e ponderato. Per quanto ci riguarda, è una valutazione che  in primis deve garantire la massima sicurezza alle persone, alle donne che devono partorire. Insieme a questo rimane fondamentale l’elemento della prossimità delle strutture sanitarie, pur essendo consapevoli che si tratta di un fattore che non può riguardare tutti i servizi. In ogni caso, quello che resta comunque prioritario è la garanzia di collegamenti adeguati, percorsi sicuri e la capacità di dare risposte immediate in casi di urgenza”.

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