(Bologna, 25 ottobre 2018) Soddisfazione in casa Cgil, Cisl e Uil per quanto scritto nella sentenza della Corte di Cassazione. Corte che ieri si è pronunciata sui ricorsi fatti in appello dai 46 imputati del processo reggiano Aemilia contro la ‘ndrangheta. Sul ricorso presentato dai tre sindacati regionali e dalle Camere territoriali del lavoro di Reggio Emilia e Modena (tutte parti civili nel procedimento), la sentenza ha disposto che in Corte d’appello a Bologna si proceda ad un nuovo esame del risarcimento chiesto dai sindacati anche per i danni “provocati” dal reato di associazione mafiosa, richiesta in un primo momento respinta.
Infatti, la sentenza d’appello si era fermata a riconoscere il danno alle organizzazioni sindacali derivante da due condanne per caporalato (603 bis) con l’aggravante mafiosa. “Un risultato significativo, ma certo non esaustivo delle ragioni per le quali Cgil, Cisl e Uil, insieme alle altre parti civili, avevano scelto di contrastare anche dentro il maxi-processo Aemilia la cosca ‘ndranghetista che si e’ radicata nel territorio emiliano, che tanti danni ha prodotto sul tessuto economico, sociale e del lavoro”, sottolineano le organizzazioni sindacali.
Una sentenza, quella d’appello, “che tra l’altro contraddiceva le rilevanti motivazioni con le quali il giudice dell’udienza preliminare di Aemilia aveva ammesso tra le parti civili le organizzazioni sindacali”. Ora invece i giudici di Bologna sono chiamati a valutare in un nuovo processo anche il danno complessivamente prodotto ai sindacati. “Un risultato – concludono Cgil, Cisl e Uil- che ci soddisfa pienamente e che ci dà nuovo slancio per continuare il nostro impegno per la legalità contro i poteri criminali e mafiosi”.
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