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Tagli all’organico scolastico in Emilia-Romagna per il prossimo anno, Cisl Scuola ER: “Aumentano le criticità, a rischio anche il personale ATA”

(Bologna, 14 aprile 2025) L’anno scolastico 2025/2026 si aprirà in Emilia-Romagna con un quadro fortemente penalizzante per il personale scolastico, sia docente che ATA. A fronte dei tagli previsti nella legge di bilancio, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha ufficializzato la nuova dotazione organica per la regione, che registra un calo significativo rispetto all’anno precedente. Nel 2024/2025 erano stati autorizzati 41.775 posti comuni dell’organico triennale dell’autonomia, a cui si aggiungevano 3.453 posti di potenziamento, di cui 309 destinati all’educazione motoria nella scuola primaria e 703 a copertura delle classi in deroga nella scuola secondaria di secondo grado. I posti di sostegno ammontavano a 7.841, comprensivi di 433 posti per il potenziamento.

Per il prossimo anno scolastico, invece, i posti comuni autorizzati scendono a 41.584, con una perdita netta di 191 unità. I posti di potenziamento rimangono invariati a quota 3.453, ma con uno spostamento di 66 posti sulla classe di concorso A-23 (italiano per stranieri) che sarebbe potuto avvenire senza intaccare i già insufficienti organici del potenziamento.

L’unico dato in crescita riguarda il sostegno, che sale a 7.988 posti, con un incremento di 147 unità. L’aumento sul sostegno è stato ottenuto grazie a un’intensa attività negoziale da parte delle organizzazioni sindacali, in particolare della CISL Scuola, che ha contribuito al recupero, a livello nazionale, di 1.866 posti rispetto ai pesanti tagli inizialmente previsti. Tuttavia, questo parziale risultato non è sufficiente a bilanciare le gravi criticità emerse. La riduzione di 191 posti comuni inciderà su tutti i gradi di istruzione, compromettendo la capacità delle scuole di coprire adeguatamente i plessi, soprattutto nelle zone più fragili e periferiche del territorio.

A peggiorare il quadro, si aggiungono le ricadute sul personale ATA, già oggi insufficiente a garantire il regolare funzionamento degli istituti scolastici. I tagli all’organico docente si riflettono inevitabilmente anche sull’organizzazione amministrativa, gestionale e ausiliaria delle scuole, che fanno sempre più fatica a mantenere aperti tutti i servizi e a garantire condizioni di sicurezza e accoglienza. Uffici di segreteria sotto organico oberati da un eccesso di burocratizzazione, collaboratori scolastici costretti a coprire plessi distanti e carichi di lavoro crescenti sono ormai una realtà quotidiana.
Il calo delle iscrizioni, passato da 108.052 a 105.407 alunni, non può giustificare misure di contenimento che avranno come unico effetto quello di aumentare il numero di alunni per classe, ridurre la qualità dell’insegnamento e accelerare la chiusura di scuole nelle aree meno centrali. Secondo la CISL Scuola, sarebbe stato invece il momento giusto per investire nel potenziamento delle compresenze, nella riduzione del rapporto alunni/docente e nel rafforzamento delle dotazioni organiche per garantire ambienti di apprendimento sicuri, funzionali e inclusivi.

«Le scelte operate dal Ministero mettono in seria difficoltà il sistema scolastico della nostra regione – dichiara Luca Battistelli, segretario generale della CISL Scuola Emilia-Romagna –. Un Paese civile non può pensare di risparmiare sull’istruzione dei propri cittadini. Servono investimenti strutturali per migliorare la qualità del lavoro, degli stipendi, e la stabilità degli organici».

Il sindacato chiede un confronto urgente con la politica e le istituzioni, auspicando la riapertura immediata di un tavolo di trattativa che rimetta davvero al centro i bisogni della scuola. Proprio in questi giorni, il personale scolastico è chiamato a eleggere i propri rappresentanti sindacali all’interno delle scuole. La CISL Scuola invita tutte le lavoratrici e i lavoratori a partecipare al voto e a sostenere le candidate e i candidati delle liste CISL FSUR (Federazione Scuola Università e Ricerca), presentate in quasi tutti gli istituti della regione.
«Partecipare è un atto di responsabilità – conclude il sindacalista della CISL Scuola –. Solo con una rappresentanza forte e radicata possiamo continuare a presidiare le scuole, difendere i diritti di tutto il personale e negoziare soluzioni concrete per una scuola pubblica all’altezza dei bisogni del Paese».

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